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Monte di Pietà, ventimila firme per salvare un tesoro in vendita

La proprietà, Intesa San Paolo di Milano, è pronta a cedere il Monte di Pietà di Napoli un pezzo di storia partenopea custodito nel cuore di Spaccanapoli

Ventimila le firme raccolte online su Change.org dal Comitato per la tutela del Complesso Pio Monte di Pietà per salvare dalla speculazione questo luogo storico, che dal XVI secolo rappresenta per la Città di Napoli un polo di Solidarietà e di contrasto alla Speculazione. Come si legge nella petizione, infatti, «l’attuale proprietario, ovvero Banca Intesa Sanpaolo di Milano, lo svende a privati che lo vogliono destinare ad attività incoerenti con il Valore storico, artistico, culturale e sociale che lo vide nascere e che avranno finalità commerciali con mero scopo di lucro». «la Città di Napoli che è stata Capitale di un regno millenario», spiegano gli autori, «già è stata ‘spogliata’di molte delle sue più importanti memorie storico-culturali mettendo a rischio l’Identità per la quale è famosa nel Mondo. E’ ora di fermare il degrado e l’impoverimento della Napoletanità», prosegue il testo, «e avviare percorsi virtuosi capaci di valorizzare il grande patrimonio lasciatoci dai nostri Padri per far rinascere il senso civico e ad avviare nuovi percorsi di sviluppo e diriscatto, sociale ed economico, con lo strumento della Bellezza e della Cultura».

La petizione (ancora aperta su: http://chng.it/YXkJXZg96x)ha raggiunto quasi ventimila firme in pochi giorni, un successo che ha in sé anche una proposta: «Salviamo il Pio Monte di Pietà dalla speculazione e facciamone un ‘Polo Archivistico Storico ed Economico’ e la ‘Casa-museo delle Arti e dei Mestieri Tradizionali’ aperta alla Formazione giovanile, ma non solo, per la Liuteria a plettro, per la Sartoria storica, per l’Arte Presepiale di qualità, per lo Spettacolo e per la Canzone Napoletana».

Le firme arriveranno al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al Ministro delle Attività e dei Beni Culturali Dario Franceschini e a parte degli europarlamentari italiani della commissione petizioni del parlamento europeo, ma non tutti. Ai leghisti sono stati preferiti i loro colleghi greci, un gesto simbolico per ribadire la volontà di voler custodire con forza l’identità millenaria della Città.

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