In piena pandemia e in pieno lockdown fu protagonista di uno sgradevole confronto televisivo con uno dei virologi più osannati di questa infausta parentesi da coronavirus, il professor Galli dell’ospedale Sacco di Milano. Il quale Galli mi mostrò scettico sia sul medicinale usato dal suo collega Ascierto di Napoli, sia sul fatto che fosse stato il primo in Italia ad utilizzare questo tipo di sperimentazione. Ma i tentativi di Ascierto furono invece ripresi da altre unità operative in Italia ed hanno dato ottimi risultati.
Il Tocilizumab ha ridotto la mortalità del 22 per cento. Lo ha confermato proprio lo scienziato napoletano, direttore dell’Unità Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, in audizione in commissione Affari sociali della Camera sulla sperimentazione con plasma per pazienti Covid-19. “Il Tocilizumab è molto conosciuto tra gli ematologi – ha spiegato -. All’inizio della pandemia abbiamo contattato alcuni colleghi cinesi, ci hanno detto che l’avevano sperimentato su venti persone e che stava dando risultati positivi. Abbiamo quindi riunito una task force di infettivologi e abbiamo deciso di utilizzarlo sui pazienti con distress respiratorio anche nel nostro Istituto. I primi trattamenti con Tocilizumab hanno dato un risultato importante perciò abbiamo avviato uno studio clinico che si è concluso in 10 giorni. Per essere efficace avrebbe dovuto ridurre il tasso di mortalità del 10 per cento. Lo ha ridotto del 22 per cento”. Ascierto ha anche spiegato che è giunto alle conclusioni illustrate alla Camera sulla base della sperimentazione eseguita su 300 pazienti.