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Anche al Cotugno sarà usato il plasma. È la terapia suggerita da Tarro

Il suo suggerimento, almeno un mese fa, era stato accolto quasi con fastidio dal mondo scientifico che oggi va per la maggiore, composto da tutti quegli scienziati che compaiono in televisione e molti dei quali sono incorsi in infortuni clamorosi sia sul pronosticare il mancato arrivo del virus in Italia sia sull’uso delle mascherine, che a dire di qualcuno di loro, sarebbe stato inutile per gli individui sani.
Ora che la terapia a base del plasma dei guariti ha dato i suoi buoni frutti a Pavia e Mantova ecco che la sperimentazione arriva anche a Napoli, al Cotugno. Entro questa settimana sarà avviato l’utilizzo sperimentale del siero con gli anticorpi estratto da pazienti guariti dal Covid.

Tarro era stato chiaro: non si può attendere il vaccino: “Ci vogliono centinaia di milioni nella ricerca di questo vaccino. Occorre un reparto apposito per individuarlo. Trattandosi di un virus nuovo, bisogna fare ricerche approfondite, individuare i reagenti giusti e svolgere tutte le sperimentazioni cliniche previste prima di arrivare a testarlo sull’uomo. E questo perché un vaccino deve non solo essere efficace, ma soprattutto non deve mostrarsi tossico per l’organismo umano. Per preparare un vaccino efficace ci vogliono non meno di due anni”.

E di qui il suggerimento di ricorrere alla sieroterapia: “La sieroterapia ha un difetto: non costa assolutamente nulla. Si tratta di una terapia legata al contenuto liquido del sangue del paziente guarito e costa addirittura meno di una trasfusione, in quanto non si ha nemmeno il problema di compatibilità dei gruppi sanguigni. E per di più non ha effetti collaterali. L’unico difetto che ha è, come dicevo, che non costa nulla. Forse è questo il vero problema. Io ho parlato con chi di dovere a Mantova, dove la sieroterapia si sta praticando, e non si registrano morti da più di un mese. Questi sono fatti, non parole od opinioni riportate a caso”.

E a chi gli obiettava che forse non vi sarebbe stato un numero sufficiente di donatori Tarro replicava: “Certo che li abbiamo. Anzi, aggiungerei che un paziente guarito in dimissione dall’ospedale non può uscire senza aver donato un litro di sangue dal quale si ricava il plasma che è, praticamente, il 50% al netto dei globuli rossi. Sa perché dico questo? Perché secondo gli studi cinesi, è dimostrato che bastano 200ml di plasma per guarire in 48 ore anche i casi più gravi. Quindi la donazione di un paziente cura due casi gravi di Sars CoV2. Ovviamente la sieroterapia si può praticare anche per i pazienti cosiddetti intermediari, che hanno cioè un andamento della malattia non grave da terapia intensiva, ma abbastanza pesante”.

Parole che alla luce dei risultati di questi giorni appaiono profetiche.

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