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Emanuele Colandrea: Non sono un amante delle collaborazioni artistiche, mi piacciono invece quelle umane

Dalla pubblicazione del suo primo ep di inediti del 2015 “Canzoni dalla fine dell’anno” ad oggi, il percorso artistico di Emanuele è stato un crescendo di collaborazioni ( Galoni, Roberto Angelini e Lucio Leoni) e concerti che lo hanno portato a suonare un po’ ovunque. Il contatto con il pubblico resta il vero leit motiv per un cantante ed infatti, con la pubblicazione del suo nuovo album, in uscita il 1 aprile, partirà “Uno tour” che lo vedrà impegnato in giro per l’Italia.

Emanuele nel 2020 il tuo Ep I miei amici immaginari, si è avvalso della collaborazione di Angelini, Galoni e Lucio Leoni. Raccontaci com’è nata questa amicizia e collaborazione

Non sono un amante delle collaborazioni artistiche, mi piacciono invece quelle umane. Per quanto riguarda l’ep nello specifico mi piaceva l’idea di collaborare con degli amici su un concept sull’amicizia immaginaria. Con Galoni è stato facile, abitiamo da sempre a 100 metri “in linea d’aria”, giusto per fare una sua citazione. Con Bob e Lucio ci siamo conosciuti e riconosciuti a Roma, sui palchi, negli anni.

Il 1 aprile 2025 sarà pubblicato il tuo ultimo lavoro che ti porterà in tour in diverse città, ci dai qualche anticipazione?

Sarà un disco istintivo, pensato e registrato in presa diretta, con alcuni sbalzi d’umore. Mi piace molto, ancora non mi stanca e questo è già un fatto eccezionale per me (dice ridendo Emanuele Colandrea, ndr)

Per i cantautori in genere la scrittura è un po’ una seduta di analisi, si scrive a volte per metabolizzare un evento e la scrittura tende ad essere generalmente malinconica. Com’è il tuo approccio alla scrittura?

È terapeutica sicuramente. La mia assomiglia anche un po’ ad un allenamento, corro dietro le parole cercando il ritmo giusto, ci prendiamo a spallate e poi alla fine, ma solo alla fine, ci stringiamo la mano.

Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici?

Potrei citarne moltissimi. Alcuni credo di averli anche dimenticati. Diciamo il folk e il punk delle chitarre acustiche e delle voci storte e mediose, quelle che riesci a sentirle anche a bassissimo volume.

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