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Daniele De Gregori: ho maturato la consapevolezza che l’unica società possibile è quella condivisa

Cantautore e chitarrista romano, pluripremiato nei maggiori Festival italiani e premiato al Green Music Fest nel 2021 per il suo impegno sociale, Daniele De Gregori è un artista poliedrico che affianca alla sua carriera artistica anche workshop di songwriting. Daniele ha pubblicato il suo ultimo disco Bolla occidentale, undici tracce che raccontano la generazione dei millenial tra amori, fragilità ed insicurezze.

Daniele, il nuovo album è uscito ieri venerdì 11 aprile, ci racconti un po’ di “Bolla Occidentale”?

L’album è un report del mio punto di vista, limitato nel tempo e nello spazio, sul mondo che mi circonda, gli affetti e la mia stessa vita vissuta fino a ora, di cui più o meno ho consumato la metà. Un po’ come le piantine ai centri commerciali con la freccetta rossa “tu sei qui”, racconto la mia personale geolocalizzazione, sono un millenial occidentale, uguale a tanti altri.

La produzione artistica è affidata a Francesco Forni, come è nata questa collaborazione?

Lo conoscevo di fama da molto tempo fino a che, qualche anno fa, ho avuto la fortuna di suonarci insieme. È scattata una scintilla umana che continua a brillare tutt’ora al di là della musica. Dal punto di vista artistico era la figura perfetta per la produzione che cercavo, un musicista tra i più poliedrici in circolazione, capace di graffiare in molti generi con una naturalezza impressionante. Senza di lui l’album correva il rischio di scivolare in qualche cliché di genere. E, mi si consenta, il rischio è stato scongiurato.

Ad un lavoro in studio seguono sempre un po’ di date di presentazione del proprio album. Qual è il rapporto con il tuo pubblico e soprattutto come si conquista chi, troppo spesso, nei locali, relega la musica live ad un mero sottofondo musicale?

Esistono un paio di strade, la prima è quella del caterpillar; il professionista che si mangia tutti i palchi, grandi e piccoli, e che a dispetto delle circostanze trascina la serata con una prestazione quasi muscolare. L’altra è quella mia, di chi si lascia trascinare dalla situazione, fino a esserne anche in balia per risultare poi totalmente nudo e vero nel bene e nel male. A me è capitato anche di piangere sul palco e ho cercato per anni di smussare questa fragilità; ora credo invece sia quello che fa di me “qualcosa”. Intanto vi aspetto il 24 maggio al Monk per la presentazione in full band di Bolla occidentale, vedremo insieme se con o senza lacrima!

Daniele sei socialmente impegnato, disabilità ed ecologia sono il tuo focus e nel 2024 sei stato anche testimonial della campagna guida sicura di Autostrade per l’Italia. Nell’ultimo periodo sembri ci sia una maggiore attenzione per i temi sopracitati ma si è ancora troppo poco attenti alla sicurezza stradale. Qual è il pensiero in merito?

La mia attenzione alle tematiche sociali deriva dalla mia condizione di cittadino attivo. Col tempo ho maturato la consapevolezza che l’unica società possibile è quella condivisa, in opposizione alla convenienza individuale. Sul fronte della sicurezza stradale invece è la mia storia personale ad avermici gettato, ho perso uno dei miei migliori amici in un incidente stradale, aveva solo 27 anni. La strada è solo il posto che ti separa dal tuo obiettivo, o nel migliore dei casi uno strumento di viaggio, non ha senso prenderla come prova di forza o sfogatoio, non vale davvero la pena.

Se un artista che nel corso degli anni ha collezionato tanti premi, ne cito solo alcuni: Premio Lunezia, Musica contro le Mafie e Premio Bindi. Per ogni nuovo lavoro, si tende ad alzare sempre un po’ di più l’asticella, con Bolla Occidentale qual è il tuo obiettivo che ti poni?

Condividere quello che ho avuto dentro per anni con le persone che hanno le “antenne dritte”, sperando che nelle canzoni mi riconoscano e vedano quello che vedo io. Questo album è un punto fermo della mia vita, un giro di boa.

Tra queste nuove canzoni, qual è quella che senti più tua e perché?

In questo disco ho infilato, quasi come Easter egg, tutte le voci care della mia vita, registrate in studio oppure ricavate da vecchie registrazioni. Sono nascoste in varie canzoni e sono quelle che mi emozionano di più, lascio agli ascoltatori la “caccia al tesoro”!

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