La grandezza di un’opera sta nella sua capacità di attraversare le epoche e restare sempre attuale: anche quando, al testo originale, viene apportato qualche necessario (e azzeccato) adattamento. È quanto accade a “La scuola delle mogli” che il commediografo francese Molière ha scritto a metà del 1600 e con cui Diego Sommaripa, attore, regista e fondatore della compagnia Resistenza Teatro, è in scena fino al 6 gennaio al Teatro Tram, che lo ha co-prodotto. La raccolta sala di via Port’Alba si conferma palco perfetto per la sperimentazione, la riscrittura, il superamento di canoni consolidati senza perdere mai il rispetto per i classici.
“La scuola delle mogli” di Sommaripa condensa in un atto unico le vicissitudini di Arnolfo, pronto a sposare la giovanissima Agnese, che ha cresciuto come una figlia. Contro la sua ossessione, la razionalità di Crisaldo, che architetta un trucco per riportare Arnolfo alla ragione, approfittando dell’innamoramento di Orazio per la giovane Agnese, che ricambia. La storia, che in questa versione si svolge nei giorni nostri a Napoli – anzi, a Santa Maria Capua Vetere, così che Agnese possa star meglio lontana dalle tentazioni della città – e accende i riflettori sulle doti attoriali di Antonio De Rosa, Fabiana Sera, Vittorio Passaro, Dolores Gianoli e Adriano Fiorillo.
Un’ora e venti per sorridere ma anche per riflettere. Sugli “amori” malati, sull’ossessione, sul rispetto per la donna e sul precariato: i due servitori di Agnese, infatti, Alano e Giorgina, si ritrovano a fare i conti con le loro lauree e un lavoro che, con quelle lauree, non c’entra niente. Il lieto fine, tutto sommato, ci sarà, ma prima che arrivi è un alternarsi di improvvisazione, comicità, tempi scenici perfetti e una scenografia essenziale ben esaltata dalle luci. Citazioni contemporanee – alcune, va detto, geniali – che aggiungono lustro a una commedia antica che trova nel Teatro Tram il luogo ideale per questa originale rappresentazione.
“Questa nuova iniziativa del Tram – spiega il direttore artistico Mirko Di Martino – è una riconferma della nostra vocazione a luogo dell’innovazione e della sperimentazione. La decisione di coinvolgere la compagnia Resistenza Teatro è anche una prova tangibile del sostegno che ci piace offrire alle giovani compagnie e ai progetti indipendenti anche attraverso, come in questo caso, riscritture dei classici dal forte taglio personale”.
L’assistente alla regia è Marilia Testa, le scene sono di Giorgia Lauro, la consulenza ai costumi di Rosario Martone, la grafica di Daniela Molisso; audio e luci a cura di Tommaso Vitiello e foto di Giulio Pollica.