Il geologo Bruno De Simone ha eseguito per molti anni degli studi sui laghi dei Campi Flegrei, e da tali studi, vi racconteremo cosa è emerso. Come è noto, i laghi dei Campi flegrei sono quattro: Fusaro, Miseno, Averno e Lucrino. Essi rappresentano ecosistemi vulnerabili se non sufficientemente protetti da scarichi ed altre forme di inquinamento. (In questa prima parte presenteremo il Fusaro e il Miseno; seguiranno Averno e Lucrino che sono legati da un importante e suggestivo evento storico). Il lago Fusaro era un tempo un piccolo golfo, ma in seguito, a partire dal I sec. d.C, essendosi costituita la duna litoranea , si trasformò in lago. La duna si porta fino alla base del monte di Cuma e presenta una vegetazione tipica della macchia mediterranea. Si tratta di una laguna salmastra che fin dal III sec. a.C. è conosciuta come Acherusia palus (la palude infernale) per la presenza di esalazioni sulfuree. La superficie è di 0,97 kmq. Numerosi sono i reperti di età romana in parte sommersi a causa del bradisismo. In via Virgilio si può osservare un mausoleo a base quadrata e con volta a cupola del II sec. d.C. attribuito alla gens Grania. Ad Est sono presenti strutture di due ambienti con volta di età romana semisommerse, dove sgorge acqua termale, inglobate in successivi manufatti di epoca borbonica. Per decenni è stato rinomato per la produzione di ostriche di qualità superiore. Nel 1782 Federico IV di Borbone fece edificare la Casina Vanvitelliana, conosciuta come l’ostrichina. Ora la nostra attenzione si sposta sul lago Miseno, che è situato tra capo Miseno e Monte di Procida. Si formò perché il mare invase il cratere di un antico vulcano. In epoca romana questo lago rappresentava un bacino di allestimento per la flotta. Le navi erano in rada nell’attuale insenatura di porto Miseno, che occupa un cratere aperto verso il mare. L’insieme veniva indicato come Portus Misenus e rappresentava un’importante base navale. Per evitare l’insabbiamento del portus, i romani scavarono due gallerie a Punta pennata, una formazione tufacea che completa, in parte, la curvatura del cratere: la Grotta del Corallo e la Grotta di Nerone. Qui era acquartierata la legione che si imbarcò sulle navi da guerra. Storicamente ci troviamo nel 37 a.C. quando era in atto la guerra civile tra Ottaviano e Sesto Pompeo. Il lago Miseno è anche conosciuto come Mar Morto perché nel tempo si formò uno sbarramento che impediva il contatto con il mare. Intorno al lago vi è un percorso suggestivo che consente di ammirare le bellezze naturali, inoltre è possibile visitare la Piscina mirabilis e osservare dall’esterno la struttura delle cento camerelle.