Home Cultura e Arte “Maradò”, le voci del popolo

“Maradò”, le voci del popolo

Nel libro di Anna Copertino, l’universo napoletano del Dios

Che cosa non si è scritto e detto di Maradona che ormai non si sappia? Artisti, grandi firme, uomini di cultura e registi ne hanno la grandezza, miseria e nobiltà ma ognuno con la propria idea e l’immagine ed una visione comunque parziale e soggettiva della figura di Diego e della sua grandezza di calciatore. Anna Copertino, invece, con il suo “Maradò” (edizioni Homo Scrivens) è riuscita nell’intento di farci rivivere un altro Maradona più intimo e vero grazie alle molteplici testimonianze raccolte di chi Maradona lo ha conosciuto da vicino come alcuni suoi ex compagni, sportivi e artisti amici, ma anche di chi, come l’uomo della strada, il tifoso qualunque, ne ha assorbito per intero il fascino non solo del grande giocatore ma soprattutto la grandezza di una figura dalla quale ha trovato forza per un riscatto morale e sociale e la dignità in una vita di difficoltà e spesso di sofferenza. Quella sofferenza che ha, in un certo senso, costituito il vero leitmotiv della vita di Maradona, in campo per dare gioia al “suo” popolo anche quando il fisico non glielo avrebbe consentito sottoponendosi a terapie e antidolorifici massacranti. Un viaggio emozionante ed emozionato nel quale Anna Copertino ha rivissuto gli anni maradoniani della sua gioventù trascorsa nel quartiere di Fuorigrotta dove è nata e cresciuta diventando a suo modo protagonista di quello che ha definito il “bradisismo maradoniano” quando il San Paolo esultava per Diego ogni minuto della domenica.

Un libro di affetto e di affetti veri, spontanei raccontati dalla gente e che Anna Copertino ha sapientemente raccolto e mixato. Un volume prezioso non solo per i tifosi perché testimonianza sincera dell’amore, quello con la A maiuscola, di un popolo verso il suo idolo ma anche quello del Dio del calcio e di un uomo vero, verso il suo popolo al quale ha regalato gioie e sogni trasformatisi in realtà. Una realtà che manca ormai da 32 anni e che, come scrive Maurizio de Giovanni nella sua bellissima prefazione “quello che è successo allora in quelle forme e con quella sostanza, credetemi, non accadrà mai più”.

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