Un’inchiesta esplosiva sulle vere cause, e le vere responsabilità, di un’Italia divisa in due, che si fa la guerra invece di unire le forze. La questione meridionale come non è stata mai descritta. Roberto Napoletano torna in libreria con un saggio rigoroso e inedito sul divario tra Nord e Sud. Secondo la ricostruzione dell’autore, dati alla mano, il Nord Italia ha messo in atto la più efficiente macchina estrattiva di risorse sottratte, di anno in anno, al Sud.
È una tesi questa che l’autore sostiene da tempo e che è presente, praticamente ogni giorno, negli editoriali che lo stesso scrive per il Quotidiano del Sud di cui è direttore responsabile dall’aprile dell’anno scorso. E che è stata soprattutto sostenuto nel periodo in cui con il governo 5 Stelle-Lega stava per essere approvato il progetto sull’autonomia differenziata fra le regioni.
“Quanti cittadini sanno che sessantuno miliardi dovuti al Sud vengono ogni anno regalati al Nord, nel più grande furto di stato mai conosciuto dalla Repubblica italiana nella sua storia recente? Sapete a quanto ammonta la spesa per infrastrutture nel Mezzogiorno? Lo 0,15% del Pil, praticamente è stata azzerata. C’è un treno ad alta velocità ogni venti minuti tutti i giorni tra Milano e Torino e nemmeno uno alla settimana da Napoli a Bari o da Napoli a Reggio Calabria. Sapete che per gli aiuti alle famiglie in Campania arrivano trenta milioni, in Lombardia duecentocinquanta, in Veneto duecento? E che al Nord c’è un insegnante ogni dieci studenti mentre al Sud gli studenti sono venti per ogni professore? La grande balla vi conduce in un lungo viaggio nelle piccole grandi patrie dell’assistenzialismo, che non sono al Sud, ma tutte al Nord. La politica si è abituata da vent’anni a togliere investimenti pubblici al Sud per sostenere la cassa integrazione al Nord, soddisfare le pretese dei produttori di latte, degli obbligazionisti veneti, sistemare gli amici degli amici nel coacervo di enti pubblici proliferati con la spesa facile.
Tutti collocati nelle regioni più ricche. La verità (amara) è che i maestrini dell’integrazione tra Nord Italia e Nord Europa e del teorema “il Mezzogiorno seguirà” hanno sbagliato tutto. L’unica integrazione possibile è quella tra Nord e Sud Italia, per poter competere con più forza nell’arena globale”.