Il presidente del sindacato Nursing up, Antonio De Palma: “Alveo autonomo di contrattazione e vera libera professione: il nostro futuro passa da qui. E vanno garantiti subito uno stipendio degno e l’indennità di specificità infermieristica”
“Perché la nostra professione sembra ferma al palo rispetto ai traguardi che potrebbe ottenere? Non c’è una legge che impedisce di fatto agli infermieri di svolgere attività per così dire “innovative”, ovvero che non rientrano nello stretto perimetro di quelle funzioni che i nostri professionisti svolgono di prassi: per altro una delle norme principali di riferimento, la legge 42/1999, individua in modo specifico i criteri limite entro i quali il professionista si muove, e stabilisce che tutto ciò che fa parte del bagaglio formativo e curriculare che gli infermieri vantano, agito nel rispetto del codice deontologico e del profilo professionale, consente loro di assumersi specifiche responsabilità. Parliamo di responsabilità che vanno ben oltre quelle che agiamo nella nostra limitata quotidianità operativa e di discutibili modelli organizzativi, parliamo di prassi obsolete e medico centriche”. Così si è espresso Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, durante il recente vertice del 13 maggio tra i sindacati di categoria organizzato dalla Cnai.
“Accade così – ha aggiunto De Palma – che ogni volta che legittimamente avanziamo ipotesi innovative di esercizio professionale, ne consegue una levata di scudi, con i medici che sollevano le armi e che gridano alla lesa maestà”.
Per il presidente del sindacato Nursing up “questo non è più accettabile”. “Ora – dichiara De Palma – tocca a noi, il futuro è a portata di mano, a patto di essere capaci di “dare corpo e sostanza alle norme che già esistono”. Ma per fare questo, le istanze rappresentative della professione, in particolare quelle che si confrontano ogni giorno con il Governo, dovranno avere, da un lato il coraggio e la forza necessari per sostenere fino in fondo la crescita e la valorizzazione della nostra categoria, dall’altro la determinazione e la competenza per opporsi alle apodittiche e precostituite posizioni delle lobbies. “Per quanto ci riguarda – ha aggiunto De Palma – come sindacato chiediamo al Governo di riconoscere la competenza infermieristica attraverso una valorizzazione contrattuale della categoria. Ci siamo confrontati con il Comitato di Settore per far sì che la struttura contrattuale degli infermieri sia uniformata a quella della dirigenza. Chiediamo nelle piazze, e da mesi, un alveo autonomo di contrattazione. Che si chiami area o sezione per noi poco conta – ha detto ancora Antonio De Palma – purché si tratti di un ambito di trattativa riservata e finanziariamente autonoma, dove il personale delle professioni infermieristiche possa trattare in autonomia con la controparte pubblica. Ne hanno beneficiato già i medici, quando sono usciti dal calderone del comparto, accadrà di certo in positivo anche per noi”. “Per questo – ha ribadito il presidente del Nursing up – un contratto autonomo degli infermieri è doveroso e lotteremo strenuamente per ottenerlo. Auspichiamo che il nuovo contratto, finalmente, garantisca all’infermiere che combatte ogni giorno per la salute del cittadino, uno stipendio degno di tal nome e a tal riguardo, l’indennità di specificità infermieristica per la quale abbiamo lottato e che abbiamo ottenuto dovrà essere rimpinguata”.
“Non dimentichiamo poi – ha concluso De Palma – quanto ci sta a cuore la necessità che la libera professione sia allargata a tutte le attività che gli infermieri possono svolgere e che non sia limitata alla sola realtà vaccinale del Covid. Così che si creerà, ad esempio, finalmente, un filo conduttore solido tra sanità pubblica e privata, permettendo agli infermieri dipendenti di andare in soccorso di quelle realtà private come le Rsa italiane, che negli ultimi mesi più che mai versano in difficoltà enormi per le fughe di personale sottopagato e costretto a turni massacranti”.
Il direttore: Alessandro Migliaccio
Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta “terra dei fuochi” e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall’Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L’Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un’aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l’accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito.
Dal 2019 è il direttore di Quotidianonapoli.it