I risultati di ogni giorno continuano a dargli ragione. Aveva detto, primo fra tutti in Italia, che con il caldo il virus si sarebbe indebolito. E nonostante la scienza ufficiale continui a sostenere che non è vero, che il virus continua a mostrare intatte le sue potenzialità contagiose, i numeri dei nuovi malati sono in decrescita costante. E non solo. Giulio Tarro è stato anche il primo a sostenere che una buona cura, in attesa di trovare il vaccino, sarebbe stata la sieroterapia, inoculando agli infetti il sangue dei guariti.
Insomma uno scienziato ottimista, che ha fatto discutere, con qualche punta di polemica non proprio ortodossa, sfociata in querele. Ora il virologo napoletano torna alla carica su un fronte particolarmente popolare. Già si era espresso in termini negativi sul protocollo elaborato dal Comitato tecnico scientifico per dare il via alla ripresa del campionato. Ed ora va anche oltre. Sentitelo, nell’intervista concessa a Radio Marte: “Tornare allo stadio o ai palazzetti dello sport? Rispettando la distanza, si potrebbe fare già da domani”.
Ovviamente Tarro ha ampliato il suo intervento anche ai temi più specifici dell’epidemia: “Nuovi contagi nelle regioni del Nord? Io vorrei questi dati raffrontati al numero di tamponi che vengono fatti. Psicologicamente abbiamo fatto l’abitudine al virus. Inizialmente c’è stato un problema molto serio e non è dipeso da noi centro-meridionali ma dalla gestione sanitaria del Nord. Non avevano capito di cosa si trattasse. I buoni medici sanno cosa devono fare in pronto soccorso. Andava capito che il problema era legato ai coaguli del sangue invece di trattare il covid19 come una polmonite”.
Ed ha ribadito le sue convinzioni sul futuro prossimo del virus: “Il virus sparirà con l’estate? Dipende dalle famiglie virali. La famiglia coronavirus soffre il caldo, la salsedine, persino la montagna. Non solo non ce lo troveremo tra i piedi ma abbiamo una popolazione così immunizzata che non sarà più un ospite utile per il virus. Mascherine? Vanno messe dal paziente e dagli operatori sanitari. Ma per il resto è anti-igienico e può portare anche a problemi respiratori. Crisi economica? Ho paura che moriremo di fame. In Svezia non se lo sono posti il problema, fanno una vita normale, non hanno nessun problema di mortalità, probabilmente è frutto di un’altra mentalità”.
L’intervistatore gli ha chiesto infine se potesse accontentarsi delle eventuali scuse da parte del professor Burioni che ha querelato: “No. Non bastano. Siamo buone persone, sì, ma a tutto c’è un limite. Uno può porgere l’altra guancia ma non pure la terza perché una terza non ce l’abbiamo”.