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“Salva Covid”, l’avvocato Pisani: “Finanziamento negato da Mps? Chiamo in causa il governo”

Il legale: "Ho chiesto l'intervento del governo. Assurdo che il Monte dei Paschi di Siena neghi questa misura a chi ne ha diritto"

E’ stato discusso ieri nel Tribunale di Napoli il ricorso d’urgenza ex articolo 700 contro la banca Monte dei Paschi di Siena in merito all’erogazione, negata dall’istituto di credito, di un finanziamento “salva Covid” di 25mila euro ad un imprenditore partenopeo legittimato dall’avanzare tale richiesta.
“Alle pretestuose difese della banca – spiega l’avvocato Angelo Pisani, legale dell’imprenditore partenopeo – che pretende di poter far valere la sua valutazione e discrezionalità nell’erogazione ho eccepito che la legge non prevede valutazioni di merito, ma dispone che le banche eroghino a richiesta i piccoli finanziamenti , così come dichiarano ogni giorno i vari esponenti del governo e firmatari dei decreti legge.
Ho richiesto – aggiunge Pisani – la chiamata in causa della Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di chiarire la situazione ed ordinare alla banca di erogare il finanziamento come previsto dalla legge”.

“Con il loro comportamento – precisa l’avvocato Pisani – cioè con erogazioni a simpatia ed antipatia, in favore degli amici e a chi conviene, le banche si assumono la responsabilità di portare sulla coscienza la vita di tanti imprenditori che non sanno più come andare avanti, vengono cacciati fuori dagli istituti di credito, ricevono più dinieghi che assistenza. Non si sa più se vale la parola del governo, se valgono le leggi sul decreto di liquidità oppure se comandano le banche”.

“Ecco perché – conclude l’avvocato Pisani – in udienza, di fronte ad eccezioni pretestuose, ho chiesto al Giudice la chiamata in causa del governo, affinché si presenti davanti ad un tribunale a chiarire quali sono le regole che si devono rispettare in Italia. E’ assurdo che proprio il Mps, che dal decreto liquidità ha ricevuto un miliardo e 300 milioni di finanziamento per la sua sopravvivenza, non voglia erogare 25mila euro ad un imprenditore che ne ha diritto”.

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