Home Cronaca di Napoli e provincia Quando i ricchi si fanno la guerra…

Quando i ricchi si fanno la guerra…

di Dario Stanzione Mangiapia

Le Aquile della Protezione Civile in prima linea per aiutare i rifugiati ucraini

In guerra non esiste la parte giusta e la parte sbagliata, non esistono schieramenti buoni e cattivi, chi decide di fare la guerra è nel torto. Purtroppo in queste situazioni la parte buona è quella che soffre, le grandi potenze giocano a scontrarsi per avere più potere e i civili muoiono.

L’11 Marzo scorso sotto la sede del consolato Ucraino nel Centro Direzionale di Napoli, l’Associazione di volontariato delle Aquile, precisamente il dipartimento  della zona vesuviana, ha avuto l’incarico dalla Protezione Civile Nazionale e dalla Regione Campania di accogliere diversi rifugiati di guerra ucraini, la maggior parte donne e bambini, allestendo capannoni per ripararli e consentire di consumare un pasto. Inoltre hanno proceduto ad integrarli nelle seguenti modalità: i rifugiati muniti già di documentazione (passaporto) venivano accompagnati alla Mostra d’Oltremare a Fuorigrotta dove  la Regione e la Protezione Civile hanno preparato un centro sanitario per effettuare tamponi, vaccinazioni e controlli generici; chi invece non era in possesso di alcuna documentazione il Consolato, munito di sistema per effettuare tamponi, provvedeva a consegnare loro la documentazione necessaria per soggiornare in Italia.

Le Aquile, dopo l’accoglienza, a chi aveva conoscenti, parenti e familiari in zona provvedeva a farli soggiornare temporaneamente questi, mentre accompagnava all’Ospedale del Mare, dove sono state predisposte zone per ospitare i rifugiati, chi invece, senza conoscere nessuno, è scappato dagli orrori della guerra.

Anika è una nonna residente a Napoli da oltre 10 anni e si è precipitata al consolato per accogliere la figlia e la piccola nipote, fuggiti dalla guerra, ed ospitarli a casa, quando però, racconta, la figlia ha deciso di ritornare in Ucraina per aiutare il popolo essendo medico farmacista.

Svetlana, da più di vent’anni in Italia, sta aiutando volontariamente i suoi concittadini facendo da interprete ed ospitando a casa una sua amica con il figlio.

Altra storia  quella di Ljudmyla, anche lei a Napoli da tempo che è venuta per portare indumenti ai rifugiati, accogliento una conoscente e i suoi due figli, e trovando il modo per far arrivare anche il padre, unico familiare che gli resta, di 74 anni, impossibilitato a fuggire dall’Ucraina perché anziano e malato ed il viaggio di chi scappa dalla guerra è duro. Ne sa qualcosa Iryna, la conoscente di Ljudmyla che con i suoi due bambini ha dovuto camminare per 24 ore per arrivare al confine polacco dove autobus e pulmini partono per arrivare in Italia, affrontando altri 3 giorni di viaggio.

Il filosofo francese Jean-Paul Sartre, che ha vissuto entrambe le guerre mondiali, osava dire, parafrasando “Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire”, parafrasando Louis Blanc: «È coi poveri che i ricchi fanno la guerra» nel suo libro Il diavolo e il buon Dio

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