Proteggere l’acqua delle antiche sorgenti napoletane con la candidatura Unesco al riconoscimento di “patrimonio mondiale dell’Umanità” per il suo grande valore storico, naturalistico e culturale e per le sue innegabili caratteristiche di unicità e specialità… L’iniziativa sarà presentata nel corso di una conferenza stampa su “L’oro blu del golfo di Napoli” che si terrà martedì prossimo 22 marzo alle ore 11 nella Galleria Borbonica (in via Domenico Morelli 61 – Napoli)
L’incontro sarà presieduto dal professore Giulio Pane. Dopo la presentazione di Gianluca Minin e di Gennaro Mantile interverranno Alexander Valentino, Walter Iorio, Bruno Miccio, Elvira Chiosi. Presenzieranno alla conferenza l’avvocato Giuseppe Fortunato (difensore civico della Regione Campania) e il dottor Luigi Carbone (presidente della commissione Cultura e turismo del Comune) e, naturalmente, i rappresentanti di tutte le associazioni che da tempo seguono la questione, in testa il Comitato Portosalvo guidato da Antonio Pariante.
Parliamo delle acque medicamentose sulfurea (suffregna) e ferrata le cui principali sorgenti erano proprio nella zona del Chiatamone (borgo Santa Lucia) e del Beverello, dette anche “acqua delle mummare” dal nome delle anfore di creta che venivano utilizzate per raccoglierle, trasportarle e venderle in vari punti e chioschetti della città di Napoli. Ma di “miniere di oro blu” ce ne sono tante altre, dalla zona flegrea a Castellammare di Stabia.