I Direttivi unificati dell’Interassociazione forense hanno inviato ai colleghi ucraini, che hanno lasciato la toga per abbracciare fucili, per difendere e tutelare la loro terra e il loro popolo, una lettera aperta, un semplice ma sincero messaggio di solidarietà.
Ecco il testo della lettera:
“Carissime colleghe e carissimi colleghi Ucraini in relazione ai recenti eventi bellici che vedono coinvolto il Vostro popolo, desideriamo condividere la sofferenza Vostra e delle Vostre famiglie, abbracciare con slancio il dolore immenso che vi attanaglia in queste ore, attraverso il pensiero e la forza della preghiera.
Come colleghi, tutori della legge, custodi del valore della giustizia che, da sempre, cerchiamo strenuamente di difendere, a nome dell’Avvocatura napoletana dedita alla tutela dei minori e delle famiglie, nel condannare ogni forma di prevaricazione, compresa quella perpetrata – con violenza brutale e senza pietà – da un invasore armato, vogliamo veicolare un messaggio di speranza. Siamo un unico cuore e una sola voce, che si unisce alla Vostra.
Giunga, a Voi tutti, il nostro incondizionato ripudio della guerra, che calpesta vilmente l’umanità e la civiltà, violando la Legge del nostro Stato e quella del comune buon senso. Vi giunga la ferma condanna verso quei paesi belligeranti che, inseguendo folli ambizioni di potere, rinunciano a lottare per la stabilità della pace; e dimostrano, al mondo intero, di non avere la minima titubanza nel calpestare la dignità di un altro popolo, condannando a morte civili innocenti.
Tutti noi inorridiamo al pensiero di tanti colleghi e colleghe che, smessi i panni di lavoratori, imbracciano armi per difendere la propria terra oppure partono verso confini di pace, per salvaguardare la vita dei propri cari. La morte nel cuore, la speranza negli occhi.
Noi che, da sempre, uniti nel nome dell’Avvocatura, coltiviamo l’arte della dialettica, del confronto, dell’oratoria; noi che siamo chiamati a mediare, a usare come unica arma quella delle parole, del ragionamento e, non da ultima, dell’empatia, Vi esortiamo ad avere coraggio! A non arrendervi!
Ricordiamo solo a noi stessi: la nostra toga non è un’uniforme, ma un simbolo di lealtà verso la Legge e i cittadini che, di volta in volta, siamo chiamati a
rappresentare.
Si tratta, pur sempre, di tenera stoffa, e basta un niente a ridurla in brandelli: figuriamoci quanto può resistere ai venti di guerra e alle macerie di edifici in fiamme.
Che profonda sofferenza, e quale enorme dispiacere nel sapere – amati colleghi ucraini – che siete stati costretti a sfilarvela di dosso per indossare i panni inediti di soldati, per tutelare quei diritti inviolabili che avete difeso nelle aule dei tribunali, trasformando le penne in fucili, e le toghe in divise da guerra.
Non possiamo fare altro che offrirvi il nostro incondizionato appoggio, formulando appelli e allestendo punti di raccolta affinché vi giungano presto aiuti concreti.
Vi giunga, forte e chiaro, il nostro invito ad accettare il dono dell’accoglienza!
Nel nostro piccolo, tutti noi cercheremo di predisporre strumenti e modalità operative per fortificare l’accoglienza di donne e bambini, proponendo alle famiglie italiane di aprire le porte del loro cuore e delle loro case, fino a quando non ritornerà l’agognata pace. Con l’augurio e la speranza che torni al più presto!”