Tanti anni di studio per conseguire la laurea, e poi i tirocini, e poi la preparazione per l’esame di Stato. Lo hanno affrontato, e avevano anche già superato le due prove scritte; mancava solo il colloquio finale quando il Coronavirus ha fatto saltare quell’ultima prova, quella orale, catapultandoli nell’angosciante limbo dell’incertezza… Si tratta di parte dei candidati della II sessione 2019 degli esami di abilitazione in corso alla Federico II. Centinaia di aspiranti architetti, commercialisti, psicologi, ingegneri erano quasi giunti al traguardo che avrebbe consentito loro di entrare nel mondo del lavoro ma all’improvviso hanno visto sfumare tutto. Il colloquio finale (che era slittato a dopo l’8 marzo per ritardi nella correzione degli scritti) è stato rinviato a data da destinarsi…
Una palese disuguaglianza, non tanto rispetto a chi altrove ce l’ha fatta (in quasi tutte le altre Università sede di esame le commissioni hanno corretto i compiti nei tempi consueti) ma soprattutto alla luce della recente ondata di medici immessi nel Servizio sanitario nazionale, diventati tali con il solo titolo accademico e un giudizio positivo sul tirocinio, cioè senza fare l’esame di Stato. E’ vero che s’è trattato di una misura presa per l’emergenza Coronavirus – sostengono alcuni degli abilitandi – ma questa situazione contrasta con l’articolo 3 della Costituzione (l’uguaglianza dei cittadini è un diritto basilare) tanto più che nella nota illustrativa del decreto legge 18 del 17 marzo è scritto che la misura è stata dettata anche “dalle condizioni di difficoltà con le quali verrebbe svolta la prova di esami di abilitazione, non a caso già oggetto di un rinvio per lo stato emergenziale in cui versa il Paese”. E ciò senza tener conto, per esempio, che anche la professione di psicologo (un centinaio gli abilitandi interessati) è strategica nell’aiuto alle popolazioni. “La crisi da Coronavirus si sta trasformando in una crisi psicologica”, ha detto lo psichiatra Paolo Crepet, “ma nel comitato scientifico manca lo psicologo o lo psichiatra”.
La soluzione ci sarebbe. Nel decreto legge 22 dell’8 aprile sulle “misure urgenti per lo svolgimento degli esami di Stato” – relativo alle sessioni 2020 – si specifica che potranno essere individuate “modalità di svolgimento diverse da quelle ordinarie, comprese modalità a distanza”. La Federico II si è attrezzata efficacemente per continuare l’attività didattica (lezioni, sedute d’esame e lauree) per via telematica. E sembra che finalmente si stia riflettendo su quest’ultima possibilità anche per gli abilitandi ma l’organizzazione non è semplice, sono troppi e si rinvia, per ora, al prossimo maggio…
Gli Ordini professionali auspicano una soluzione. Ma la competenza è del ministero dell’Università. Si conta sull’attenzione del capo del dicastero, l’ex rettore della Federico II Gaetano Manfredi nel quale gli aspiranti professionisti confidano per avere la possibilità di lavorare.