
Nel periodo di possibile apertura, facoltativa, se ne era rimasto chiuso. Era inutile aprire, le maglie troppo strette, la sua struttura con tanti dipendenti avrebbe provocato perdite maggiori rispetto ad un’apertura sostanzialmente infruttuosa. Ieri però il caffè più “storico” di Napoli, il Gambrinus di pizza Triste e Trento, non è voluto mancare all’appuntamento con i suoi clienti. E tutti, gestore e personale hanno brindato alla loro maniera, non il tradizionale bicchiere di champagne, ma con na’ tazzulell e’ café. Ed hanno brindato non solo alla riapertura, ma anche ai 160 anni di vita, che non cadevano ieri, ma la settimana scorsa. Un po’ di ritardo, ma non fa nulla.
I tavolini distanziati di un metro sono di meno (secondo il gestore il 50 per cento di quelli presenti prima del Covid19) ma hanno permesso la ripartenza come in molti altri locali di Napoli.
C’era ovviamente molta curiosità per il primo cliente. Che non è stato un napoletano, ma la signora Daniela, una romana che lavora a Napoli, accolta con uno sguardo di gioia e sollievo dallo staff per la ripartenza.
Poi a mano a mano, sempre nel rispetto delle misure di distanziamento, sono affluiti in tanti, e non solo ai tavolini, ma anche al bancone. Il simbolo della Napoli di ogni giorno, ha ripreso il suo cammino. Buon segno.