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Serve la gara perfetta

Una vittoria a Genova può stemperare il clima di tensione che regna attorno al Napoli

Scurdammoce ’o passato. Eppure sembra di assistere, soprattutto ai tifosi, alla replica di storie già viste e vissute. Manco il Napoli stesse lottando per salvarsi. E invece la squadra, tra Covid, infortuni e polemiche, è a due punti dall’obiettivo fissato a inizio stagione: il quarto posto, quello utile per la prossima Champions League. Il calendario degli impegni, non solo di campionato, è in salita per tutto il mese di febbraio con le trasferte di Genova, Bergamo (2 volte: Coppa Italia e Campionato) e Granada più l’impegno casalingo con la Juventus. 37 punti in classifica, +13 rispetto alla scorsa di stagione e una partita da recuperare, eppure sembra che questo Napoli non piaccia proprio né per il gioco mostrato né per i punti raccolti. Eppure, alla fin fine, rispetto ai calcoli più ambiziosi mancano solo i due punti contro il Torino e i tre contro lo Spezia. Tutti persi a Fuorigrotta. Poi, le sconfitte negli scontri diretti, ma anche quella di Verona, ci possono pure stare. C’è da affrontare questa sera la partita col Genoa, rivitalizzato e rigenerato da Ballardini. Allenatore serio e poco considerato, a torto, chiamato più spesso a rianimare squadre depresse o addirittura in coma come il Genoa. 14 punti in 7 partite sono bottino degno di una squadra che ambisce all’Europa e Ballardini, tornato al Genoa per l’ennesima volta, sta compiendo l’ennesimo piccolo, grande miracolo tattico, tecnico e psicologico, rimotivando lo spogliatoio.

Un Genoa che è reduce dalla “passeggiata” vincente di Crotone contro una squadra psicologicamente bloccata probabilmente per il peso di una partita da vincere a tutti i costi. Ed è questa la stessa possibile situazione negativa per un Napoli che affronta un grifone in fiducia e soprattutto con il carattere e la giusta grinta agonistica volute dal nuovo tecnico. Il 3-5-2 di Ballardini conta su uomini di esperienza e su giovani in un mix dove non mancano anche classe e tecnica notevoli. L’invenzione dell’allenatore è stata quella di portare Radovanovic (32) al centro della difesa a tre tra due marpioni come Masiello (35) e Criscito (35), supportati sulle corsie esterne dal lavoro di due cursori instancabili come Zappacosta (29) e la sorpresa Czyborra (22). Sarà un caso che la retroguardia rossoblù da 4 partite non subisce gol? A centrocampo l’innesto di Strootman (33) con Badelj (32) e Zajc (29) ai lati ha dato forza e geometria al reparto in funzione dell’attacco che ha (ri)trovato in Destro (29) un cecchino quasi inesorabile e nell’uzbeko Shomurodov (26) un giocatore di classe e temperamento subito adattatosi ai ritmi e alle marcature del nostro campionato. Bisognerà valutare le condizioni degli azzurri dopo la gara di Coppa Italia. Gattuso, tra infortuni e accidenti vari, ha scelte ristrettissime, soprattutto in attacco. Confermerà il 3-4-3 di base visto contro l’Atalanta per mettersi quasi a specchio con il Genoa? O “azzarderà” Zielinski dal primo minuto come quarto a sinistra per sveltire la manovra e soprattutto mettere Lozano e Petagna nelle migliori condizioni per battere a rete? Il Genoa va preso in velocità, con un possesso palla meno sterile e più verticalizzazioni e incursioni sulle fasce. In pratica, serve, tutto ciò che è mancato nella gara di Coppa Italia. Ci vuole la partita quasi perfetta per ribaltare il clima di delusione e di l’un contro l’altro che si vive nel club e anche tra i tifosi, divisi pro e contro Gattuso. Ci vogliono coraggio e giudizio, testa e anima. Come sostiene Gattuso. Come vuole De Laurentiis. Genova può essere la svolta giusta? Andiamo a vedere.

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