Nel momento in cui prima Lotito e poi De Laurentiis rinsaviscono e accettano quello che non si capisce perché non volevano assolutamente accettare, cioè che di ripresa di allenamenti non se ne potesse proprio parlare, visto e concesso che è in ballo la ripresa del campionato, e non solo di quello sospeso, ecco che all’improvviso, dall’uomo che meno te lo aspetti arriva un’altra dichiarazione imprevedibile. E gli interrogativi si ripropongono: ma come è possibile che a certi livelli si possano ancora fare certi discorsi?
Ma andiamo con ordine. Ieri l’epilogo prevedibile, l’unico possibile: allenamenti sospesi a data da destinarsi. Il Napoli ha fatto sapere tramite un comunicato ufficiale che tornerà ad allenarsi solo quando sarà possibile farlo rispetto alle novità relative al Coronavirus e alla sua diffusione. C’erano pochi dubbi, non era pensabile riprendere a lavorare senza sapere quando – e se – il campionato riprenderà e nel pieno dell’emergenza. I calciatori saranno costretti a restare a casa cercando di tenersi in forma in modo alternativo.
Ormai la maggior parte dei club italiani comincia ad essere pessimista sulla ripresa del campionato, non lo è la Lega che assicura: il campionato ripartirà e si disputeranno tutte le giornate che restano da qui alla fine. Tra le idee inedite c’è anche quella, come in Premier League, di valutare la ripresa a inizio giugno concludendo il campionato entro luglio per poi cominciare, una settimana dopo, quello 2020-21. In tal senso, la Lega fa sapere che con Uefa e Fifa esistono i presupposti per sforare la data del 30 giugno, quando scadono i contratti dei calciatori. Ma anche questa ipotesi è ancora tutta da valutare, come le precedenti. Dipenderà dalla lotta all’epidemia: a che punto sarà a giugno e luglio? Si potrà realmente riprendere a giocare? Risposta prevedibile: assolutamente no, visto che ancora oggi continuano a morire centinaia di persone, siamo a fine marzo e il governo sta già pensando di prolungare tutte le restrizioni al 31 luglio.
In questo contesto così chiaro e drammatico, per tutto quello che comporterà anche nel nel mondo del calcio, con gravi effetti sui bilanci, ecco che improvvisamente, l’uomo che in questo periodo era apparso tra i più moderati se ne esce con una frase che fa accapponare la pelle. A parlare è il presidente della Figc, Gravina: “Ne sento di tutti i colori e ai miei interlocutori ripeto un concetto molto semplice: noi abbiamo una stella polare, è il decreto del Governo che ha fissato al 3 aprile il primo, provvisorio traguardo. Quella data, per ora, fa fede. Il resto è solo chiacchiericcio”. Risponde alle domande che gli hanno posto i colleghi del Giornale in merito alla ripresa degli allenamenti in Serie A. Non tutti i club, infatti, negli ultimi giorni si sono mostrati favorevoli alla ripresa dal 3 aprile in poi. “La questione è nazionale e se si decide che tutti devono stare a casa, devono farlo tutti. In gioco non c’è soltanto la salute del Paese ma la tenuta come comunità. Il calcio deve osservare scrupolosamente questo principio”,.Tutto è il contrario di tutto. Non si capisce più nulla.