Home Calcio Napoli Onore a Gattuso e a Ospina. Ma il pareggio con l’Inter…

Onore a Gattuso e a Ospina. Ma il pareggio con l’Inter…

Onore a Gennaro Gattuso. Quale che potrà essere il risultato della finale di Coppa Italia e indipendentemente da quelli che otterrà in campionato (con tutti gli interrogativi e gli imprevisti del post-Covid) sarà comunque riuscito nell’impresa che De Laurentiis gli aveva affidato: resuscitare una squadra di morti che vagavano per il campo senza idee e senza mordente. Ha trasferito ai suoi giocatori la grinta ringhiosa che lo aveva trasformato da umile pedatore in campione, protagonista assoluto di tutti i successi planetari del grande Milan di Capello e Ancelotti.

Oggi il Napoli ha un’anima e soprattutto un impianto di gioco, che farà pure storcere il naso agli esteti del calcio, ma sul piano pratico si deve riconoscere che il giovane tecnico calabrese ha raddrizzato un’annata che sembrava perduta.

Detto tutto ciò dell’allenatore bisogna ora rendere onore anche a Davide Ospina: senza le sue quattro parate prodigiose il Napoli non sarebbe arrivato alla finale ed anche il giudizio su Gattuso ne avrebbe conseguentemente risentito.

Queste doverose premesse ci consentono però, con serenità, di allargare il discorso a di affrontare un argomento che, dato il clima spumeggiante di queste ore, potrebbe apparire fuori luogo. Ma a ben riflettere si tratta di chiarire, consapevoli dell’impopolarità che ne potrà scaturire, qualche situazione che in futuro potrebbe rivelarsi controproducente. Per farlo partiamo dal risultato, 1-1, che ha consentito al Napoli di eliminare l’Inter.

Ebbene questo risultato deriva da due frangenti che sono la concretizzazione esattamente contraria a quanto predica e pretende il bravo Gattuso.

Il tecnico ha sempre detto che, pur riconoscendo meriti e pregi di Meret, gli preferisce Ospina “perché gioca meglio con piedi”. Le critiche che si è beccato da quel momento, tra le quali quelle convinte del sottoscritto, si sono sempre basate sulla considerazione che un portiere, da che mondo è mondo, deve essere bravo ad usare le mani, più che i piedi. Ebbene, il tiro di Eriksen direttamente su calcio d’angolo è sfuggito ad Ospina forse proprio perché “è più bravo a giocare con i piedi”. Poi il colombiano si è ampiamente rifatto, lo ribadiamo. Ma nel frattempo quella papera iniziale stava costando caro al Napoli.

Ora per effetto della squalifica il posto di titolare spetterà di nuovo al giovane gigante friulano. È sperabile che non senta sulle sue spalle il peso di questo repechage obbligato.

E veniamo ora al gol del pareggio. Tradendo le indicazioni di Gattuso, Ospina, dopo aver neutralizzato un tiro innocuo di Lautaro, ha visto con la coda dell’occhio che Insigne stava prendendo il tempo all’avversario e gli ha lanciato lungo il pallone, che poi Lorenzo ha trasformato nell’assist vincente per Mertens. Ecco, esattamente il contrario di quello che vuole Gattuso, e davvero non si capisce perché vuol complicarsi la vita con la disposizione che l’azione deve obbligatoriamente partire dall’area di rigore, con tutti i pericoli che ciò comporta e che in un paio di circostanze si sono materializzati anche durante la sfida con l’Inter.

Insomma una concomitante serie di circostanze che si sono tradotte favorevolmente per il Napoli e che sono andate nel segno opposto rispetto ai dettami del suo allenatore. Speriamo, a questo punto, che queste eccezioni possano verificarsi con più frequenza. Visti i risultati si tratta di una condizione auspicabile per il Napoli.

Infine un ultimo appunto. Con una stagione falsata dai tre mesi di stasi è evidente che solo l’allenatore può avere il polso della squadra ed è quindi difficile poter valutare, con l’occhio dell’osservatore esterno, quali sono i motivi che spingono ad un certo tipo di scelte. Nel caso specifico Gattuso avrà valutato che contro l’Inter, indisponibile Lobotka, quella che fosse la miglior formazione da schierare, soprattutto in riferimento al centrocampo. Certo è che in condizioni normali sarebbe strano rinunciare, in occasione di un incontro così delicato, alla forza prorompente di Allan, peraltro uno che sostanzialmente è la copia quasi perfetta del Gattuso giocatore. E’ probabile che il tecnico se lo sia risparmiato per la finale. Ma in futuro, a squadra rodata e con la ripresa dei ritmi, pensare ad un trio formato da Demme, Zielinski (il solito giocatore senza anima visto che contro l’Inter) e Fabian è pura follia. E’ il centrocampo (con Allan al posto di Demme) che è costato la panchina ad Ancelotti. Se Gattuso vuol fare il temerario lo faccia pure, ma sarebbe preferibile che facesse tesoro degli errori di chi lo ha preceduto. Quanto ad Allan siamo sicuri che Gattuso lo recupererà al suo ruolo di titolare inamovibile. Uno così ce lo invidiano quanto meno tutte le big del campionato italiano. Ma anche all’estero ha vari estimatori. In caso contrario bisognerebbe chiedersi che cosa ci sia di misterioso che a noi non è dato sapere. Perché Allan, da quando è arrivato Gattuso, inspiegabilmente è stato utilizzato con il contagocce. Ringhio, così non va.

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