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Napoli-Spal sarà la partita più difficile: ecco perché

I paradossi del calcio. Napoli-Spal, infatti, potrebbe diventare la partita più difficile tra tutte quelle sin qui affrontate dagli azzurri dal momento della ripresa. Ma come? Più difficile di Inter e Juve in Coppa Italia e della trasferta contro l’Hellas in campionato? Sissignori.

Non sono folle ma conoscendo abbastanza un mondo non proprio normale come quello calcistico, vi dico che Napoli-Spal è partita di grande difficoltà per tutta una serie di motivi. Perché la Spal è alla canna del gas e non può sbagliare più niente; perché il Napoli viene da tre partite nel giro di 10 giorni giocate con grande foga e intensità dopo 90 giorni di inattività e potrebbe esserci, con il caldo incombente, un possibile appannamento fisico; perché la Spal è penultima, già quasi con un piede in B, e potrebbe essere affrontata con quel po’ di sufficienza che poi ti complica sempre le cose; perché l’ampio turnover che potrebbe attuare Gattuso in vista delle successive gare di campionato contro Atalanta e Roma che si giocheranno nel giro di tre giorni potrebbe non garantire la stessa resa e gli stessi risultati ottenuti finora; infine perché le vittorie in rimonta delle stesse potrebbero aver scalfito l’entusiasmo e le speranze degli azzurri nella rincorsa al quarto posto.

Per Gattuso 5 ottimi motivi per non mollare la presa e chiedere ai ragazzi che andranno in campo contro la Spal di Gigi Di Biagio un’impresa… possibile.

C’è netta differenza di valori tra le due squadre, e gli uomini di Gattuso dovranno mostrarla subito e tutta per evitare che con il trascorrere dei minuti gli estensi possano entrare in fiducia e ritenere di poter portare via dal San Paolo almeno un punto che restituisca loro la speranza, a oggi lontana ben sette punti, di poter recuperare in extremis la terza salvezza consecutiva. Le motivazioni, come si vede, non mancano alla Spal ma soprattutto non mancheranno ad Alessandro Petagna, cannoniere biancoceleste che con gli 11 gol realizzati ha siglato più del 50 per cento delle reti complessive segnate dagli estensi (la miseria di 20 ndr.). Petagna infatti è giocatore del Napoli acquistato durante il mercato di gennaio. Ma per diventare a tutti gli effetti un attaccante azzurro o per essere utilizzato come pedina di scambio, si sussurra per arrivare al granata Belotti, dichiarato incedibile da Cairo?

È certo che il giovanottone cresciuto nelle giovanili del Milan, pur non avendo l’istinto del killer di area di rigore è attaccante moderno che sa muoversi su tutto il fronte d’attacco e sa fare reparto da solo. Piedi buoni, pur non essendo un fulmine, è un giocatore che difende benissimo la palla e sa farsi valere fisicamente in area avversaria. Potrebbe essere, perciò, il giusto sostituto di Milik se, come sembra, ormai probabile, l’attaccante polacco dovesse andare via per trovare maggiore continuità di impiego.

Tornando alla partita di domenica, Di Biagio manderà in campo una Spal molto coperta e corta con un 4-5-1 “truccato” da 4-3-3 nel quale gli esterni alti, Strefezza e Fares saranno chiamati a un duro lavoro di raccordo e rilancio del gioco in favore di Petagna, per scodellare magari i cross giusti in area azzurra sui quali l’ariete estense possa far valere la propria fisicità.

Una buona rosa quella spallina con elementi validi come Bonifazi, Missiroli, Valoti, Murgia e alternative ed esperienza come Sala, Castro, D’Alessandro e l’immarcescibile Floccari, ormai alle soglie delle 40 primavere. E davvero non si spiega il fallimento di Semplici, ottimo allenatore, al settimo anno di panca spallina.

Gattuso, alla vigilia dei due importanti match contro Atalanta e Roma sicuramente opererà delle turnazioni concedendo un po’ di riposo a Demme e Zielinski per Lobotka ed Elmas, con il ritorno di Mertens, Mario Rui e Fabian Ruiz dal primo minuto. Il Napoli non deve pensare al quarto posto ma deve raccogliere quanti più punti possibili senza l’assillo della quota Champions. Le sei sconfitte interne di cui 5 contro squadre per nulla irresistibili come Cagliari, Bologna, Parma, Fiorentina e Lecce, se si esclude quella contro l’Inter, possibile, certificano per ora i 12 punti di distacco dalla Atalanta e spiegano il pazzo, anomalo, incostante e travagliato campionato del Napoli soprattutto al San Paolo.

Il tutto frutto dell’incapacità di esprimersi al massimo di una squadra che Ancelotti a un certo punto sembra aver abbandonato a se stessa e alle sue contraddizioni tattiche e di spogliatoio. Gattuso, dopo un avvio disastroso e 4 sconfitte casalinghe, ha invece trovato gli equilibri giusti e riscoperto l’anima vera di un gruppo ora compattissimo. Magari non sarà Champions alla fine del campionato, ma superare quota 70 punti è diventato un punto d’onore per il tecnico e gli azzurri. Ma è anche il punto di partenza giusto per la prossima stagione. Perciò contro la Spal niente scherzi. Anche vuoto, il San Paolo deve ritornare il fortino azzurro.

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