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Napoli-Inter, una gara da roulette russa

E ora tocca anche al Napoli, contro l’Inter, cercare di guadagnarsi l’accesso alla finale di Coppa Italia in programma mercoledì prossimo a Roma. Sarebbe un bel colpo per gli azzurri e per Gattuso, ancora alla ricerca del primo trofeo da allenatore, ma prima c’è da rimandare a casa un’ Inter che Conte sta preparando da giorni a questi 90’ decisivi anche per il prosieguo del campionato. Partita difficile, dunque, per il Napoli ma anche per l’Inter che è chiamata a ribaltare la 0-1 maturato in un San Siro piombato in un silenzio improvviso quanto premonitore dopo la prodezza balistica di Fabian Ruiz.

Il silenzio del San Paolo sarà “vero”, totale e bisognerà capire se sarà favorevole ad un Napoli che vuole dare continuità al cammino intrapreso prima dello stop. Dal 21 gennaio fino all’ultima partita giocata, contro il Torino, lo score degli azzurri parla di 7 vittorie, un pareggio in Champions contro il Barcellona, e una sola sconfitta, il 9 febbraio, contro il Lecce al San Paolo.

Le porte chiuse, la mancanza di tifo, come si sta vedendo in Bundesliga, annullano il potenziale vantaggio del fattore campo e il San Paolo deserto può aiutare, non solo psicologicamente, l’Inter che in campionato, la sera del 6 gennaio scorso aveva vinto proprio a Fuorigrotta grazie ad un Napoli in versione “Befana” con tre regali fatti ad Handanovic e compagni nonostante l’appoggio caloroso di cinquantamila tifosi.

Sarà una gara da roulette russa, insomma, nella quale sia Conte che Gattuso ripongono concrete speranze per sollevare il primo trofeo stagionale ancor prima di riprendere il campionato. Per entrambi sarebbe una bella iniezione di fiducia e la sicurezza dell’Europa, anche se minore, per la prossima stagione oltre ad un bel gruzzoletto di milioni per le casse dei club. Pronostici? Azzardato farli dopo tre mesi e mezzo di stop, perché ancor prima delle qualità tecniche delle formazioni che andranno in campo bisognerà valutare le condizioni atletiche dei singoli, l’approccio mentale alla gara dopo tanta inattività e le condizioni psicologiche e le motivazioni con cui i singoli e poi il gruppo squadra entrerà sul terreno di gioco.

Conte ha, per ora, 3 problemi legati all’impiego di Godin, De Vrij e Vecino. Dubbi in difesa, dunque, ma probabile forfait solo per Godin, che non ha mai convinto in pieno Conte. De Vrij dovrebbe essere al suo posto al centro della difesa a 3 con Skriniar e Bastoni ai lati, ma la novità, se tale vogliamo definirla, dovrebbe essere l’impiego di Eriksen dal primo minuto. Il danese è stato sin qui un po’ l’oggetto misterioso della squadra. Nessun dubbio sul fatto che l’ex Totthenam sia giocatore di notevole tecnica, in grado, perciò, di dare qualità e fantasia alla manovra d’attacco. Sicuramente ha pagato pedaggio per ambientarsi ad un calcio tattico come quello italiano ma l’ultimo mese di lavoro potrebbe avergli definitivamente tolto quella “ruggine” atletica e mentale che ha contraddistinto le sue prime apparizioni in campionato. Conte…conta sulle sue capacità, affidandogli le chiavi del gioco offensivo neroazzurro non solo per servire il tandem Lukaku-Lautaro e scardinare la prevedibile Maginot azzurra a centrocampo ma anche, visto il gran tiro che si ritrova, per colpire da lontano se, come accaduto nella gara di andata al Meazza, le punte neroazzurre dovessero rimanere isolate, intrappolate nella ragnatela difensiva predisposta da Gattuso. Perché è abbastanza chiaro che il Napoli, pur senza rinunciare ad attaccare, giocherà ben attento a non scoprirsi, fidando sul favorevole risultato dell’andata e sul fatto che l’Inter dovrà segnare a tutti i costi.

Anche Gattuso, però, ha le sue brave gatte da pelare visti gli affaticamenti muscolari di Fabian, Mertens e Allan. Sarebbero tre assenze pesantissime per gli azzurri sia sotto il profilo atletico sia sotto il profilo tattico visto il tipo di gara che dovrà fare il Napoli: contenere e ripartire in velocità. All’andata venne sacrificato Insigne per Elmas e proprio il macedone, con Lobotka e Milik potrebbero essere titolari se i tre azzurri affaticati non dovessero farcela. Nel Napoli, la variabile offensiva potrebbe perciò essere il tandem Zielinski-Insigne con il polacco a spaccare le linee intermedie interiste con i suoi potenti strappi palla al piede da centrocampo. Non trascurerei l’impiego di Callejon, se in condizioni, per il tipo di partita tattica che il Napoli imposterà, subendo la sicura pressione dell’Inter nella zona nevralgica del campo. Lo spagnolo è elemento prezioso sia in fase di raccordo che di ribaltamento del gioco e molto più disposto, per vocazione, al sacrificio rispetto al pur bravo Politano. E Lozano? Un’idea, niente di più, che potrebbe trovare spazio in caso di sos… Gattuso, insomma, i suoi nodi da sciogliere ce li ha, anche se il fatto che tutti gli azzurri siano rimasti a Napoli, tenendosi in contatto giornaliero con l’allenatore, potrebbe diventare il vero vantaggio da sfruttare al massimo per questa partita di “esordio”. Dopo tre mesi di stop ricominciare con una vittoria sarebbe il miglior viatico per poi proseguire e chiudere ancor meglio una stagione che di “regolare” e normale ha avuto e avrà ben poco non solo per il Napoli. L’importante, come cantava Mina, “è finire”. Ma ancor meglio cominciare bene laddove il calcio non giocato ha mostrato di essere davvero un “Re” nudo e malmesso. Gattuso e gli azzurri dovranno dimostrare di essere lontani da certe logiche di puro interesse e di voler giocare per divertirsi e divertire. Senza stress e senza dimenticare quello che c’è stato. La ricetta migliore per guardare ad un futuro azzurro e meno… nero. In attesa dei tifosi e di un nuovo “giorno all’ improvviso”… .

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