La malanotte del Napoli contro il Milan non può e non deve gettare nello sconforto i tifosi che fino alle 20.45 di domenica sera immaginavano ben altro esito dalla sfida contro i rossoneri. E’ finita come si sa, forse come molti gufi cartacei e televisivi si auguravano: vedere il Napoli in difficoltà e soccombere e magari essere sull’orlo di una crisi di nervi per le successive partite.
Noi diamo una lettura diversa alla partita del Maradona. Il Milan non aveva alcuna scelta: vincere per restare in zona Champions o proseguire in una discesa in classifica che sarebbe diventata un dramma tecnico ma soprattutto economico per il club. Infatti con i risultati maturati nella giornata, se il Milan non avesse vinto si sarebbe trovato quinto in classifica o sesto addirittura a quota 48 punti raggiunto dall’Atalanta, sopravanzato da Roma e Inter a quota 50 e dalla Lazio a 55 punti, con il pericolo che la Juve, se le verranno restituiti i 15 punti di penalizzazione sarebbe diventata ufficialmente seconda con 59 punti effettivi.
Per il Napoli, invece, una sconfitta, a nostro avviso, salutare. Fa male, ma non troppo. Il Napoli resta lassù, solitario al comando con la Lazio a 16 punti di distanza e la Juve, comunque a meno 12 se le venissero restituiti i 15 punti di penalizzazione. Quella col Milan era la prima gara dopo la pausa per le Nazionali e si è capito che ai giocatori azzurri andare in giro per il mondo e poi tornare dopo una decina di giorni non fa bene. Che fosse una partita difficile si sapeva ma il Napoli, con un atteggiamento diverso dal solito, l’ha resa impossibile contro un Milan attento, deciso, intenso e compatto. Il match subito fastidioso per il gol di Leao, dopo un primo tempo da capogiro è diventato incubo totale nella ripresa per gli azzurri.
La seconda e la quarta rete subita sono state lo specchio di uno sfinimento che sa di resa ma anche di poca attenzione e concentrazione. E un paio di interventi di Maignan non possono cambiare il concetto base: squadra contro squadra, domenica sera, al Maradona non c’è stata partita. I tifosi dall’euforia precoce sono piombati ora in una depressione a nostro giudizio insensata. Ma Napoli è così, manichea anche negli umori. Domenica sera il Milan era al top mentre il Napoli, semplicemente, non c’era. Capita anche ai migliori. L’importante è aver capita la lezione in vista dei 180′ di Champions League contro i rossoneri. Spalletti saprà come schierare una squadra più concentrata ed equilibrata nei reparti e nei movimenti. Non c’è tempo per rifiatare: venerdì c’è il Lecce mentre sabato, vigilia di Pasqua, Lazio e Juve si affronteranno in uno scontro diretto che vale il posto in Europa.
Il calendario, dopo lo scivolone col Milan, strizza l’occhio al Napoli. E l’antivigilia di Pasqua può certificare la resurrezione degli azzurri.

Sergio Curcio è un allenatore di calcio (Uefa B), giornalista ed opinionista televisivo. Grande esperto di calcio nonché tifoso del Napoli, Curcio è un’istituzione nel panorama calcistico della Campania ed è uno scrittore di grande talento. Ha collaborato con SportSud, Agenzia di stampa Rotopress, Il Giornale di Napoli, Radio Kiss Kiss e Il Resto del Carlino. Collabora dal 2017 con il Quotidiano Napoli, su cui sono presenti i suoi articoli con le preziose analisi tattiche delle partite del Napoli e la sua nota capacità di raccontare in modo pregiato gli avvenimenti che riguardano il mondo del calcio, senza peli sulla lingua ma con garbo e classe, con un linguaggio aulico ma al contempo diretto e chiaro. Collabora anche con Radio Punto Zero e con l’Agenzia Stampa Italia per i commenti al campionato di calcio di Serie A.