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Il Napoli è ora equilibrato

Dopo le due vittorie in trasferta, servono conferme nelle ultime 11 partite

Diversamente da De Laurentiis, Gattuso mi ha subito ispirato simpatia e, da allenatore, fiducia. Non solo per la Coppa Italia vinta ma per la brutta gatta da pelare che s’era preso succedendo ad Ancelotti in un gruppo devastato tecnicamente e moralmente. Poi quando ancora era nel bel mezzo del suo problema fisico, ha confessato alla stampa: “Sono deluso dal comportamento avuto nei miei confronti dalla società” riferendosi ai contatti, strombazzati perfino sul Corrierino del rione, del presidente con altri allenatori, la simpatia è diventata empatia. Perciò, il fatto che adesso il Napoli, recuperati gli infortunati e i positivi da Covid-19, abbia ripreso a marciare spedito, come ritenevo sarebbe accaduto, mi sia consentito un suggerimento di natura personale: mantenga il silenzio stampa e si faccia più furbo nei rapporti con certe persone e con la stessa carta stampata. Gli amici veri sono pochi in questo ambiente e passare da brocco ad eroe e viceversa è un attimo. Faccia quello che sa fare bene, allenare, e lasci perdere il resto. Non ne vale la pena. Anteponga i fatti che ci sono, alle parole che finiscono al vento. Con il 2-0 alla Roma, e dopo la vittoria al Meazza col Milan, ha dimostrato di essere ben più che un tecnico in grado di allenare in serie A anche squadre competitive, perché, forse nella partita più attesa e difficile del periodo, ha mandato in campo una squadra di grandissimo equilibrio, cioè la dote più importante per una squadra di alto livello.

In trasferta su un campo difficile come l’Olimpico e contro una squadra galvanizzata dal passaggio ai quarti di Europa League, al di là del risultato e nonostante qualche pericoloso preziosismo, palle trattenute un po’ troppo per voler uscire costruendo il gioco dal basso o dribbling e passaggi rischiosi nella propria metà campo, soprattutto nel secondo tempo quando la Roma ha cercato di tornare in partita, il Napoli è apparso squadra solida, convinta e appunto equilibrata. Gattuso, appena avuta la possibilità di lavorare in continuo durante la settimana, ha messo ogni giocatore al suo posto, e nessuno è apparso fuori ruolo. Soprattutto ha risolto il problema connivenza Fabian Ruiz-Zielinski nel modo migliore tatticamente. I due, a detta di tutti, messi sulla stessa linea di gioco, non funzionavano. L’intuizione di portare e far giocare il polacco da trequartista dando più libertà di manovra a Fabian Ruiz nella zona nevralgica di campo, coperto da un Demme geometrico ed attento e dallo stesso Zielinski portato a ripiegare e non a partire dal basso, è stata una mossa felice ed importante. Da 2-3 gare a questa parte, il Napoli è tornato ed è diventato una squadra che si regge su una sincronia quasi totale e soprattutto sulla effettiva partecipazione alla manovra di tutti gli uomini in campo. E si è visto nella pressione alta che ha inibito la costruzione del gioco giallorosso e nella grande attenzione difensiva della linea a 4. Lo avevamo detto e non siamo stati, a differenza di tanti soloni da salotto o da taverna, tra quelli che cambiano giudizio ad ogni spiffero di vento. Gattuso è un tecnico in continua progressione e con il gruppo coeso stanno cercando insieme la loro giusta dimensione. Si sono studiati, hanno sofferto insieme tra Covid ed infortuni gravissimi, ma hanno mantenuto stima e soprattutto fiducia l’uno dell’altro, scoprendosi più che mai uniti e adesso andando in campo anche divertendosi. Quel siparietto finale tra Gattuso divertito che prende a calci un Politano sorridente come mai è la cartina di tornasole di quello che è in questo momento il blocco famiglia Napoli. Che forse avrebbe solo bisogno di un… papà un po’ più sincero e tifoso.

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