Di Champions ne ha giocate e vinte. Ma in campo. Dalla panchina questa di stasera è la prima volta per Rino Gattuso. Ed è anche la prima conferenza stampa da allenatore di una squadra di Champions. “C’è l’emozione, da due giorni smanettiamo col mio staff, è vero che a loro mancano tanti giocatori, ma con Setien sono tornati a fare quello che fanno da tempo. Con Valverde riconquistavano dopo 11 secondi, ora dopo 6 secondi, non dobbiamo pensare solo al loro possesso, ma anche alla riconquista e servirà attenzione soprattutto quando teniamo palla, ti aggrediscono e rischiamo grosso se non facciamo le cose al meglio!”. Il discorso scivola subito su Messi. “Messi è un grande – dice Gattuso – pure Lorenzo ha detto che è il più grande, lo è da anni, ma è il migliore per come ha vissuto tutta la sua carriera, è un esempio mondiale, per i bambini, sempre perfetto, importante per lo sport. Fa cose impensabili ma da anni è il più grande di sempre”.
Per Gattuso è un debutto importante e contro una grande del calcio mondiale. “Stamattina ho ripensato a tutto ciò che ho fatto – spiega il tecnico del Napoli – ho pensato Creta, Sion, Pisa, tutti i sacrifici per giocare una gara così importante. Ho chiamato il Gattuso allenatore, non quello giocatore, con tutte le problematiche avute. E pure se non ci siamo arrivati noi qui, come gruppo di lavoro ce lo siamo meritati. Più facile preparare le gare da giocatore o allenatore? Nettamente più difficile oggi. Col Barcellona negli ultimi anni quando finiva la gara ci dicevamo ‘noi facciamo un altro sport’, avevamo vinto anche tanto, ma facevamo tante corse e Xavi e compagni non te la facevano prendere, per 4-5 giorni dicevi ma come facciamo a giocare a calcio, quegli anni il Barça portò qualcosa di nuovo. Alla domanda su come si possa fermare Messi, Gattuso chiarische che “non bisogna commettere l’errore… giochiamo contro il Barcellona, non è solo Messi e se ci metti un uomo addosso non risolvi niente”. “Se la qualità è messa a disposizione della squadra – spiega Gattuso – il Napoli può vincerla, ma se pensiamo di vincerla pensando ognuno per sé allora no. Col Barça si fanno due partite, una con la palla e una senza, se pensi di tirarla su perché loro hanno la difesa alta allora non esci più da dietro. Devi rischiare col palleggio per metterli in difficoltà”. Mentalmente l’allenatore azzurro vuole un Napoli “senza paura, in casa abbiamo fatto partite sciagurate, voglio vedere una squadra che sappia soffrire, mettendo da parte la tensione, senza gente che fa i vigili con le mani su chi sbaglia qualcosa”. “Tutti parlano di 14 giocatori convocati – conclude Gattuso – e poi una banda di ragazzini, io vi invito a guardare che qualità hanno, che metolodogia hanno. Il loro tecnico Setien lo spio da 5 anni da quando era a Las Palmas, poi il Betis l’ho beccato in Europa League, è una persona che ha una grande visione del calcio”.
“Giocheremo senza paura”
Prima conferenza stampa di Gattuso come allenatore di una squadra impegnata in Champions