Soro circa 12 ore che stiamo a menarcela con la sfiga, con l’ingenuità di Di Lorenzo, la spietatezza di Conte e i passaggi a vuoto della difesa ma noi mezzopienisti non possiamo non constatare un po’ di cose che andremo di seguito ad enunciare:
- il City gioca un altro sport. Il miglior allenatore al mondo, il miglior portiere al mondo, il miglior centravanti al mondo, il pallone d’oro in carica, quindi miglior calciatore al mondo, una mappata di fuoriclasse ed alcuni ragazzini di un livello altissimo concentrati in una sola squadra che è la stessa che ha il miglior allenatore, il miglior portiere, il miglior centravanti e il miglior calciatore al mondo a fargli da chioccia. Per capirci, di under 25 del livello di Doku, O’ Reilly e Foden, in tutta la serie A ci sono, forse, solo Nico Paz e Yildiz
- leggo e sento ovunque che Di Lorenzo ha commesso un errore grave. Se avesse avuto 43 di piede invece di 42 avremmo parlato d’altro. Certo, se avesse avuto cinque palle o un paio di ruote avremmo parlato d’altro ancora, ma l’unico vero argomento non è il suo errore ma il fatto che quell’intervento abbia cambiato le sorti della partita
- a questo proposito, noi mezzopienisti siamo abbastanza convinti, sulla base del punto 1, che giocando 11 contro 11 la partita avrebbe potuto avere un esito perfino peggiore. Giocando in maniera “codificata”, secondo i piani di quel diavolaccio di Pep, si sarebbe aperta comunque la possibilità di risultati positivi, ma questi sarebbero rimasti residuali rispetto alla molto consistente possibilità che le forze in campo facessero il loro mestiere. Diciamo che l’aspetto peggiore è stato il non essersi potuti misurare secondo le reali forze in campo
- nella repubblica democratica fondata sul senso di colpa, la necessità di trovare colpevoli su cui riversare le proprie frustrazioni, è endemica e strutturale. Quindi invece di valutare i tanti aspetti positivi della partita di ieri (un paio su tutti Beukema e Milinkovic Savic) si odono strali misto melma che imputano a Conte la scelta di sostituire De Bruyne, a Juan Jesus la colpa di esistere, ad Hojlund di essere stato fuoco di paglia a Firenze e perfino a Milinkovic Savic il fatto di essersi fatto passare la palla sotto le gambe. Ora non parliamo più da mezzopienisti ma da gente con un paio di occhi ed una dotazione minima di onestà intellettuale: De Bruyne, tra i tre di “sostanza” del centrocampo era l’unico sacrificabile e vaffanculo al romanticismo e alle “lese maestà”. Essendo il biondazzo un uomo con due palle così ed un tasso di professionalità senza pari al mondo, ha chiato la libbretta e si è accomodato, sapendo perfettamente che, ottenuto il riconoscimento umano che meritava, a quel punto era il candidato numero uno a dover far riposare le terga. Juan Jesus ormai sta prendendo le sembianze di un piccione. Tutti con la scoppetta puntata verso di lui in attesa dell’errore. Nel primo gol Foden fa una cazzo di magia. Semplicemente trova il modo per scavalcare le sue gambe in maniera imprevedibile. Non è un errore, è solo Foden che è un mostro. Nel secondo è dall’altro lato della scena quindi al massimo gli si può rimproverare di essere nato. Lasciatelo in pace e ditegli un grazie ogni tanto che se lo merita. Per Hojlund, semplicemente in 11 contro 10 la quantità di spazio tra lui e il resto della squadra avrebbe consentito la coltivazione di barbabietola da zucchero e pure di fare il raccolto nel frattempo che gli arrivasse una palla giocabile. Quanto al gol preso sotto le gambe da scellone coi capelli in faccia, se siete alti 202 centimetri, e non lo siete, occupate tanto spazio se vi lanciate sul prato a peso morto e lui lo fa ad una velocità che sfida le leggi della fisica, ma avete un solo, piccolo problema, che con 120 centimetri di cosce, quello è il punto più facile dove far passare la palla… Bravo Doku a riuscirci.
Keep calm and stay confident
che i City nel girone sono finiti