Home Calcio Napoli Dalla grande bellezza alla bella grandezza: è arrivato il salto di qualità...

Dalla grande bellezza alla bella grandezza: è arrivato il salto di qualità atteso da anni

Forse, siamo davvero arrivati a quello step finale che da anni tutti ci auguriamo per un Napoli europeo e soprattutto vincente non solo a parole. Metto il forse, e consentitemi il beneficio del dubbio, perché diverse volte De Laurentiis ha avuto l’occasione per fare il salto di qualità e altrettante volte s’è tirato indietro, vuoi per non gettare soldi vuoi perché non aveva ancora la sensazione di poter competere in modo sistematico contro avversari ben più solidi e forti economicamente. L’ingaggio di Ancelotti con un contratto triennale ribalta o, perlomeno, rimette in discussione la politica calcistica sin qui adottata da De Laurentiis lasciando intravedere orizzonti finora sconosciuti per il Napoli e, in parte, anche per Napoli.

Il tecnico di Reggiolo ha detto che parlerà il 9 luglio, il giorno prima della partenza della squadra per il ritiro di Dimaro. Dovrà, però, diventare da subito il punto di riferimento di De Laurentiis in un momento in cui, il “colpo” del presidente, che ci auguriamo non di effetto ma di reale volontà di portare club e squadra tra i primi dieci club in Europa, pone altri intriganti interrogativi sulle possibilità ed in quale misura potrebbero entrare nuovi partners e disponibilità finanziarie da utilizzare sul mercato, legate a filo doppio alla volontà di una proprietà sin qui ben lontana da una cultura programmatoria come quella, ad esempio, che ha caratterizzato il Milan dei trionfi euromondiali, allenato proprio da Ancelotti. Il nuovo tecnico, in una situazione non ancora completamente chiara, appare l’unico garante di una grandezza da costruire, anzi, da completare, nell’immediato futuro, visto il grande lavoro svolto da Sarri nelle ultime tre stagioni.

Sarri, infatti, ed è uno dei tanti paradossi del calcio, col suo calcio da “grande bellezza” ha quasi “costretto” De Laurentiis a contattare e contrattualizzare uno dei tecnici più vincenti nella storia del calcio nel momento in cui il s’era seccato dei continui rinvii cui lo rimandava un Sarri, forse troppo convinto che il suo ottimo lavoro gli avrebbe consentito di far attendere Don Aurelio I ed unico (mi perdonerà l’amico Mollichelli, ndr) se non si fosse concretizzata l’offerta estera “irrinunciabile”. Ma De Laurentiis è uomo ed imprenditore unico nel suo genere, capace di fare ma anche di disfare in un attimo ciò che s’era stabilito se qualcuno gli fa girare la mosca al naso, e questo, forse, il buon Sarri, sentendosi un tantino diventato Masaniello, non l’ha capito; e comunque l’ha pagato a sue spese come già fu per Benitez che al secondo anno non venne accontentato su alcuni acquisti che aveva proposto al presidente. Che poi tra Sarri e DeLa non ci fosse gran feeling è cosa nota; ma è stata solo la mancanza di empatia a far decidere Don Aurelio di “scaricare” il tecnico toscano ed impegnarsi con Ancelotti, grande allenatore ma anche manager, per investimenti di certo più onerosi ed importanti di quelli che chiedeva Sarri per rimanere in azzurro? Onestamente non ci crediamo; pensiamo piuttosto ad un intervento esterno, a trattativa avviata, che abbia fatto incontrare un Ancelotti a caccia di rivincite dopo l’ immeritato esonero dal Bayern con un De Laurentiis cui necessitava il “nome” a tutti i costi per evitare l’effetto domino sui giocatori dopo l’abbandono di Sarri.

Nell’ambiente calcistico, come in tutto il mondo dello show business, l’immagine è tutto o quasi ed è fuor di dubbio che il ritorno di Ancelotti in Italia, per di più al Napoli, antagonista di una società come la Juve di cui Ancelotti non ha un gran bel ricordo, tutt’altro, è qualcosa che ha stravolto in un amen tutte le previsioni più nere che s’erano addensate sul futuro della squadra e del suo presidente. Ma se De Laurentiis, al momento, ha placato la piazza con un colpo di genio davvero unico, adesso spetterà a lui, ma in tandem con Ancelotti e non da solo, compiere le scelte giuste e vincenti a suon di milioni di euro.

Certo, Ancelotti sa bene come muoversi in acque complicate e pericolose avendo avuto a che fare con uomini potenti ed autoritari come Abramovich, Florentino Peres, Berlusconi e Al Kelafi, ma sappia che De Laurentiis è imprevedibile ogni oltre misura, nel bene come nel male. Al precidente però, a mio sommesso avviso, va dato il merito della grande intuizione di operare, di fatto, una rottura con il recente passato, interrompendo il discorso tecnico e tattico di Sarri, avendo compreso che sarebbe stato difficilissimo se non impossibile proseguirlo con un altro tecnico, scegliendo un tecnico ed un uomo di grandissimo spessore, grande gestore delle risorse umane messegli a disposizione e, soprattutto, in grado di giocare con più variazioni sul modulo tattico. Siamo curiosi di vedere e capire i quale ricetta utilizzeranno i due per far lievitare squadra e club e soprattutto rigenerare e rimotivare una “rosa” orfana del Maestro Sarri.

È indubbio che la figura di Ancelotti porti ad una nuova internazionalizzazione del club, la prima avvenne con Benitez, ed è altrettanto chiaro che il calcio di Ancelotti senza accomunarlo a quello sarriano dalla “grande bellezza” è un calcio molto più snello, fatto di verticalizzazioni veloci e continue ed è un calcio che ha portato soldi e vittorie in Europa e nel mondo. Una sfida complessa ma intrigante sia per De Laurentiis che per Carletto Ancelotti e che i due sembrano aver intrapreso con grande voglia e unità d’intenti. Ci auguriamo solo che quella chiarezza di strategie che non sempre ha contraddistinto il presidente, questa volta, con l’ingaggio di un grande tecnico, venga fuori in modo netto. Per il bene della proprietà (il suo! ndr) ma anche dei tifosi.

E che finalmente, con il ritorno di Carlo Ancelotti in Italia, novello Ulisse rientrato in patria, Penelope-De Laurentiis possa completare la sua tela azzurra colorandola con altri tre fantastici colori: verde, bianco e rosso.

Previous articleDai successi col Milan alla Decima col Real: Carletto vince perché è bravo e meticoloso
Next articleFIMAA Napoli apre le porte al cittadino