
L’analisi. La formazione guidata da Ancelotti attesa da un match duro su tanti aspetti. Ma l’attacco azzurro può far male
Il campionato è duro e, nelle gambe, si fanno sentire le partite ogni tre giorni, comprese quelle con le rispettive nazionali, ma il Napoli deve vincere per tenere lontane possibili rivali e blindare, più che opzionare, il secondo posto. Domani, però, ci sarà il vero esame per la squadra di Ancelotti nella decisiva sfida di Anfield Road contro i Reds.
È stanco il Napoli? Lo sapremo tra ventiquattro ore. Ci sono partite in cui la stanchezza anche se c’è non l’avverti per l’intensità e l’importanza dell’impegno. Ci sono partite in cui bisogna fare i conti con l’avversario più tecnico, più potente e anche più in palla. Può succedere domani sera e, allora, occorre serrare le fila e badare al sodo, difendersi bene e saper aspettare per ripartire. Domani il Napoli deve dimostrare di aver imparato a gestire anche le partite “difficili”: era questo il limite fino a qualche tempo fa e qualche volta anche in questa stagione è accaduto. La squadra sembra avere fretta, perdere la tranquillità e non riesce a tenere palla come normalmente fa. Giocare in questo modo ad Anfield Road può costare caro contro una squadra che “deve” vincere” e in casa è trascinata da un tifo che può condizionare avversari e arbitri. La strategia degli inglesi sembra scontata. Pressing sostenuto per mettere subito la partita sui binari giusti per loro e chiudere il Napoli all’angolo per impedirgli le ripartenze. Il match, visti anche i possibili incroci di classifica con il PSG, starà tutto nella capacità del Napoli di non giocare per il pareggio e di andare per primo a bersaglio. In mezzo al campo dovrà disporsi senza sfilacciarsi e scoprirsi come spesso è accaduto in passato. In tal modo la difesa è meglio protetta e la squadra più compatta per poter contare su transizioni positive. Così può crescere la convinzione durante la gara nei propri mezzi e nel poter cogliere un risultato positivo su un campo impossibile o quasi. Il carattere c’è, la qualità pure.
Gli inglesi punteranno soprattutto nei loro uomini d’attacco Salah, Firmino, Manè, senza dimenticare Sturrridge o la possibile sorpresa Shaqiri. Sarà importante isolarli impedendo a Milner, Wijnaldum e Keita di poter loro fornire palloni giocabili. Se gli azzurri giocheranno come nella gara d’andata o come a Parigi contro il PSG, non è vietato sognare l’exploit. Partita fisica e non c’è dubbio che gli inglesi abbiano maggiore fisicità. Ancelotti schiererà un centrocampo più tecnico ma ciò non vuol dire che la squadra non sarà fisicamente all’altezza anche se, giocando in casa, il Liverpool potrebbe sfruttare di più, anche nei confronti del direttore di gara, questa sua propensione atletica e fisica.
Converrà stare attenti anche su come e dove subire la possibile forza di spinta dei Reds, sapere dove poter commettere falli tattici per non concedere vantaggi e posizioni ideali di battuta sulle palle inattive. È una partitissima, tutta da giocare. Hamsik sembra in forma, Fabian Ruiz è sempre più dentro ai meccanismi di gioco di Ancelotti, diventando quasi insostituibile. La differenza, però, difesa blindata a parte, la devono fare Mertens, Insigne e Callejon. Il Napoli ce la può fare perché la difesa dei Reds non ci sembra impenetrabile e se Hamsik e Fabian Ruiz indovinano i tagli e Mertens e Insigne tornano a puntare l’uomo e creano la superiorità numerica per puntare Alisson, il sogno è possibile. Ora però, piedi ben piantati per terra e cuori saldi. Il Napoli non è più una comparsa in Europa e lo certificano i risultati fin qui eccellenti nel “girone della morte” che consentono speranze concrete. Saprà “volare” il ciuccio dove osano solo le aquile?