Il pianto dirotto di sabato sera che sembrava spegnere a Lorenzo Insigne speranze e sogni per una notte da re in Catalogna, sembra pian piano diventare un brutto ricordo viste le notizie confortanti che social e media si rimbalzano ipotizzando con sempre maggiore probabilità la presenza di Lorenzinho nella super sfida di sabato sera contro il Barcellona. Ci resta la sensazione che il “fastidio” lamentato da Insigne se non curato per bene e soprattutto con il riposo, possa diventare altro… In ogni caso 5 giorni di cure, seppure intense, e poco allenamento, non ridarebbero, a nostro sommesso avviso, tono, elasticità e giusta forza in una zona, tra inguine e pube, assai delicata per i movimenti di adduzione, abduzione e “sterzate” improvvise con cambi di direzione in velocità che un giocatore dalle caratteristiche di Insigne compie di continuo in una partita.
Certo, in Catalogna ci vuole, ci vorrebbe Insigne senza “se” e neppure “ma”. Perché il Napoli senza Lorenzo, a Barcellona sarebbe come “o’ babbà senza rumma”(per descriverla alla napoletana). Saranno decisive le ultime 48 ore e soprattutto il test di venerdì per avere una risposta definitiva e certa sul possibile impiego del capitano. Ma sarà, sarebbe, il miglior Insigne quello che scenderebbe in campo al Camp Nou? Il giocatore e l’uomo che con Gattuso ha di nuovo avvertito intorno a sé la fiducia dell’ambiente e la centralità del suo ruolo come giocatore e come capitano tornando ad essere il faro di un progetto di rinascita?
Insigne in passato ha già avuto problemi di pubalgia e certo non dimenticherà le lacrime di Bilbao e poi l’infortunio che lo costrinse nel 2014 ad uno stop forzato e ad un lento recupero per tornare ad essere un punto di riferimento importante. Non va sottovalutato quello che è accaduto sabato sera…Magari pensi che sia una semplice “pizzicata” da affaticamento o stress muscolare e ci continui a giocare, magari facendo qualche infiltrazione di cortisone che sul momento e per qualche ora ti “congela” il dolore. Poi, però, il dolore aumenta, riesci a correre solo in linea retta perché al minimo movimento di corsa deviata o stop in velocità vedi e senti le “stelle”.
E allora: conviene “rischiare” Insigne sabato sera e a Insigne conviene rischiare uno stop sin dall’inizio della prossima, imminente e importante stagione, forzando i tempi di recupero?
Lo “scugnizzo” non avrebbe, non ha, dubbi: giocherebbe la gara contro Messi e compagni anche con una gamba sola. Ma l’atleta, il professionista deve valutare bene il da farsi e prendere una decisione non emotiva ma coerente e in linea con quelli che saranno gli impegni numerosi, stressanti, importanti della prossima, imminente stagione. Lorenzo, perciò, si ponga lui per primo le domande giuste, con tutti i “se” ed i “ma” necessari per capire se a Barcellona converrà rischiare o, piuttosto, sarà meglio aspettare e rinunciare, seppure a malincuore, a provare ad essere “Re” per una notte che tutti ci auguriamo magica per il Napoli, per ritrovarsi fra una quarantina di giorni, fresco e voglioso, ad essere il valore aggiunto che Gattuso, il Napoli e i tifosi si aspettano, per giocarsi una grande stagione da “capitano coraggioso” e da uomo di punta della Nazionale di Mancini.