Home Sport Napoli si candida a diventare la capitale italiana degli e-sport?

Napoli si candida a diventare la capitale italiana degli e-sport?

Città viva, dinamica, da sempre foriera di cambiamenti, innovazioni e tendenze, Napoli negli ultimi anni ha saputo scalare la classifica delle città italiane più visitate dai turisti, riuscendo con enormi sforzi a ripulire la propria immagine che nei decenni era stata sporcata sia per colpe proprie che per colpe altrui. La vittoria dello scudetto da parte del Napoli è solo l’ultimo capitolo della rinascita di una città che è riuscita ad attestarsi come leader in Italia in numerosi ambiti tra cui anche quello dei videogame e degli e-sport. La rassegna denominata “Game Comicon di Napoli”, in scena alla Mostra d’Oltremare, ogni anno attira centinaia di migliaia di appassionati e ha visto aumentare il numero di visitatori di anno in anno. Se nel 2019 erano stati 160mila, nel 2022 sono stati quasi 250mila gli appassionati di fumetti e videogame che hanno popolato la fiera, a testimonianza di un rapporto sempre più stringente tra la città e il mondo digitale.

Napoli è tra le città italiane più attente all’evoluzione del mondo dei videogame

Come abbiamo già accennato, il Comicon di Napoli, insieme al Lucca Comics, è la Fiera a tema tech e videogame che in Italia fa registrare i numeri migliori in termini di presenze. Difficile spiegare perché Napoli sia diventata nel giro di poco meno di un decennio una delle capitali italiane dei videogame, ma ciò che è certo è che di anno in anno il legame tra la città e il mondo degli e-sport si fa sempre più stretto. Gli e-sport hanno avuto una crescita tale che numerosi gamer hanno fatto della propria passione un lavoro. Non tutti, però, possono diventare dei professionisti: giocare da professionisti richiede una condizione fisica e mentale invidiabile e sono sempre di più i giocatori che prendono in prestito i metodi di allenamento di altre discipline come il poker, gli scacchi e il blackjack per migliorare riflessi e concentrazione al fine di rendere ai massimi livelli. Solo pochi, però, riescono a diventare gamer professionisti: un gioco come FIFA viene praticato da decine di migliaia di persone solo in Campania ma sono meno di 10 i giocatori che riescono ad arrivare nel Campionato di Serie A che si svolge sotto l’egida della Lega Calcio o nei tornei internazionali che ogni mese vengono disputati in giro per il mondo. A tal fine appare opportuno ricordare che il Napoli eSports ha da poco conquistato la qualificazione alla Fifa Club E-World Cup, garantendosi così l’accesso alla fase finale dove i migliori 24 e-sport team del mondo si sfideranno tra luglio e agosto in una capitale europea.

Il poker può essere considerato un e-sport?

Negli ultimi anni un gioco che ha regalato grandi soddisfazioni in campo internazionale ai napoletani è il poker, con diversi giocatori professionisti che si sono affermati tra i migliori al mondo e sono riusciti a portarsi a casa montepremi di svariati milioni di euro. Tra gli addetti ai lavori nel campo della tecnologia, però, continua la discussione relativa al fatto che il poker possa o meno considerarsi un e-sport e in che misura. È opinione diffusa che un e-sport sia un gioco praticato a mezzo internet su device fissi, come ad esempio un PC, o mobili come gli smartphone e se i criteri sono questi il poker può essere inserito a pieno titolo nella categoria degli e-sport. Da anni il poker fa registrare dei numeri incredibili in termini di utenti e di fatturato, ma negli ultimi tempi grazie all’online questi numeri sono migliorati ancora di più rendendo il poker online uno dei fenomeni del momento. I motivi di tale successo sono molteplici, ma gran parte del merito è dell’affermazione di piattaforme come Twitch che si sono specializzate nella riproduzione online di sessioni di e-game ed e-sport.

Sono sempre di più i tornei di FIFA e dello stesso poker che vengono trasmessi in diretta su Twitch e i numeri di ascolto sono impressionanti, spesso paragonabili a quelli fatti registrare dalle emittenti tradizionali o da piattaforme storiche come YouTube che sono state costrette ad adeguare la propria offerta alle nuove richieste dell’utenza.

 

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