Dal dentista ai tempi del Coronavirus. Ne parliamo con l’odontoiatra napoletano Domenico Monda.
Dottor Monda, la paura di un ipotetico contagio da Coronavirus, attanaglia anche i pazienti del dentista. Cosa si sta facendo per tranquillizzarli prima di farli sedere sulla poltrona?
“Innanzitutto voglio sottolineare che, a livello nazionale a mio giudizio si sta facendo troppo terrorismo. Un terrorismo che, invece, non c’è stato per epidemie molto più pericolose. Mi riferisco a colera, aviaria, mucca pazza, Non c’è mai stato tanto allarme. Ma andiamo per ordine. Oltre alle norme igieniche che applichiamo abitualmente e da sempre nel nostro studio, da che è scattata l’emergenza, sottoponiamo i nostri pazienti ad un’anamnesi più dettagliata”
Vale a dire?
“Come è noto il soggetto con Coronavirus nelle settimane precedenti alla manifestazione della malattia può infettare. La manifestazione del virus, insomma, pur non essendo evidente, può essere trasmessa da un soggetto apparentemente sano. Pertanto ci informiamo se ha avuto episodi febbrili negli ultimi quattordici giorni, se ha effettuato viaggi in zone a rischio, sia in Italia che all’estero, o se ha avuto contatti con persone “cosiddette a rischio”. Protocolli internazionali suggeriscono inoltre di sottoporre l’assistito a un semplice test: ovvero far trattenere il respiro per una ventina di secondi. Se il paziente ha un interessamento broncopolmonare, la conseguenza è un colpo di tosse. A quel punto ci allertiamo”.
Che tipi di presidi stanno utilizzando i suoi collaboratori?
“Solitamente utilizziamo mascherine a filtraggio normale. Per questa emergenza ho dotato il personale di mascherine “Ffp3”, vale a dire con potere filtrante elevato. Come detto le indossa tutto il personale e, per non allarmare ulteriormente il paziente, le copriamo con una mascherina “normale” standard. Inoltre indossiamo occhiali di protezione, tipo maschera subacquea, finalizzata alla massima prevenzione. Si chiamano “En166ce”. Esse permettono di far uscire il vapore della sudorazione, ma non fanno entrare aria esterna. Tutti i nostri collaboratori hanno sempre a portata di mano del gel Amuchina. E poi indossiamo camici monouso ad alto filtraggio sui camici che portiamo normalmente. Dopo ogni paziente il monouso viene sostituito. I pazienti, invece, al momento dell’ingresso in studio vengono dotati di copriscarpe monouso”.
E in quanto alla sala d’attesa, come si fa a evitare l’affollamento dei pazienti?
“Abbiamo ridotto ovviamente il numero di visite. Anche perché, tra un paziente e un altro, impieghiamo circa un quarto d’ora per far areare le sale e per sanificare tutte le superfici con detergenti dedicati. Inoltre evitiamo che nella sala operativa ci siano accompagnatori del paziente oltre al personale sanitario. Se si tratta di un minore, autorizziamo l’ingresso a uno solo dei genitori. Insomma, niente sala d’attesa, appuntamenti dedicati: e se il paziente “sgarra”, nel senso che arriva tardi vuol dire che se ne ritorna a casa. Il gel Amuchina è a disposizione oltre che del personale anche dei pazienti”.
Altre precauzioni?
“Effettuiamo la sanificazione dell’aria condizionata e climatizzatori a giorni alterni. Teniamo lo studio a ventiquattro gradi per assecondare la teoria secondo cui il virus muore a temperature elevate. Abbiamo dotato le sale operative e tutti i locali di lampade uv che sanificano l’aria. Per le terapie di radiofrequenza usiamo mascherine monouso sotto le piastre. Dopo ogni trattamento le piastre sono trattate con gel sterilizzante”.
Insomma, oltre alla normale prevenzione, seguendo le regole di disinfezione e i protocolli di sterilizzazione dello strumentario, lo studio si è organizzato per affrontare l’emergenza Coronavirus.
“Certo. Inoltre ogni due ore operatori e personale tutto prende tisane bollenti e chiediamo al paziente di usare un collutorio con acqua calda, quasi bollente, facendo nostre le indicazioni che quotidianamente arrivano a livello nazionale. Esortiamo tutti a non toccarsi occhi, bocca e naso se non dopo essersi lavati le mani. Infine i locali vengono ossessivamente bonificati con un disinfettante specifico come da protocollo antecedente alla emergenza. E consigliamo al personale di studio di fare uso di terapie per potenziare sistema immunitario”.