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Voglia di tornare in campo

di Cinzia Rosaria Baldi*

Il 26 aprile è stato  il giorno più atteso da adulti e ragazzi:  a Napoli è ripresa l’attività sportiva anche di contatto ma all’aperto. Un sospiro di sollievo per i tanti amanti del calcetto e dello sport amatoriale in generale, ma soprattutto per i bambini ed i ragazzi  che non aspettavano altro che poter tornare a giocare insieme,  e fare esercizio fisico. Dunque si può correre, o  andare in bicicletta,  mentre dal 15 maggio riaprono le piscine all’aperto e le spiagge e dal primo giugno tornano finalmente anche le palestre. E’ il momento di essere vicini ai ragazzi per aiutarli superare questo lungo periodo di lockdown, di isolamento dagli amici, dove la routine veniva trascorsa con attività  svolte al pc o attraverso l’ uso dello smartphone.
Per gli adolescenti e pre adolescenti, come risulta da diversi studi, l’esercizio fisico individuale o di squadra è necessario per un equilibrato  sviluppo cognititivo-comportamentale, favorisce  l’autonomia, sviluppa estro e creatività, permette di sviluppare abilità di  problem solving, migliora l’attenzione e la  concentrazione, insegna a stare con altri, accresce l’autostima. Per questo da subito cerchiamo di far riprendere, quando possibile, le attività che i nostri figli erano abituati a svolgere, o proponiamone loro  delle nuove.
Le soluzioni all’aria aperta mettono allegria e sono numerose si può andare al parco, nei prati, sulla spiaggia a correre, o per nuotare, si possono organizzare giochi di squadra, oppure ci si può  mettere d’accordo con gli altri genitori per andare insieme  in bicicletta, o sui pattini, o con lo skateboard. E’ molto utile  per i nostri bambini, avere la possibilità di essere guidati da qualcuno più esperto. Questo permette loro di scoprire i loro limiti, di apprendere nuove abilità, di esplorare tutto ciò che il loro corpo può fare. Inoltre lo stare  con gli altri crea sentimenti di accettazione e integrazione che aiutano gli adolescenti pieni di  dubbi e incertezze sul sé.
Durante l’adolescenza, lo sport al pari della famiglia e della scuola si configura come un ambiente di apprendimento alternativo per tanti adolescenti, capace di trasmettere valori e principi che formano e strutturano la personalità.
Nell’adolescenza e preadolescenza sono i genitori a scegliere le opportunità di crescita e a scegliere i contesti a cui i figli devono rivolgersi, tra questi rientra  anche la scelta di far svolgere o meno un’attività sportiva e quale attività  intraprendere.  La scelta dei genitori avviene tenendo conto di aspetti legati alla salute ed allo sviluppo psicofisico del bambino, ma spesso  tiene conto anche di altre contingenze esterne, il luogo dove è possibile far svolgere un dato sport, gli orari.  Può accadere  che la scelta dei genitori non corrisponda a pieno ai desideri dei bambini e questo presto o tardi può portare all’abbandono dello sport, se i genitori non  sostengono i figli accompagnandoli  nella scelta e nel proseguimento delle varie attività motorie, comprese quelle sportive.
In questo momento in cui  i ragazzi devono riprendere a fare sport   la motivazione gioca un ruolo fondamentale,  influenza la decisione di continuare o meno uno sport  ed interviene sull’impegno che si dedica ad un’attività fisica. In questa fase I genitori devono essere pronti ad ascoltare e  rispettare i desideri degli stessi bambini.
Ricordiamo che un’attività fisica vissuta come divertimento crea la passione per lo sport che si svolge, aumenta l’impegno, la concentrazione e la  motivazione, ovvero di quelle caratteristiche che contribuiscono non solo alla crescita fisica, ma anche a quella emotiva.
Il messaggio che va trasmesso in questo momento è che importante ricominciare l’attività fisica, ovviamente prendendo le necessarie cautele,  lo stesso il parlamento europeo ha lanciato nei giorni scorsi  l’invito a  “far tornare presto i più giovani a fare sport” anche prevedendo  sostegni alle famiglie a basso reddito, come ha ricordato Carla Garlatti, Garante per l’infanzia e l’adolescenza. “Lo sport è divertimento e gioco – ha affermato l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – una dimensione e un diritto che appartengono al mondo dei più piccoli e che sono fondamentali per il loro sviluppo, anche sul piano delle competenze. L’attività sportiva promuove e insegna valori che in una fase di crisi diventano fondamentali: il rispetto, la solidarietà, la cooperazione, la condivisione e l’impegno. Lo sport di base rafforza l’inclusione sociale e l’integrazione dei bambini e ragazzi con minori opportunità”.
*psicologa età evolutiva
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