di Cinzia Rosaria Baldi *
Come nasce questo fenomeno e come proteggersi. Attenzione soprattutto ai rischi per gli adolescenti
Proprio in queste ore emergono nuovi elementi sulla morte di Tiziana Cantone, la cui drammatica scomparsa, dopo la diffusione in rete di alcuni video privati, portò all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno del revenge porn. Forse non fu un suicidio e la giovane donna, trovata impiccata il 13 settembre 2016 a Mugnano, potrebbe essere stata assassinata.
A Torino, come recentemente hanno riportato tutti i giornali, una giovane insegnante vittima di revenge porn è stata licenziata e sono stati 126 i casi di revenge porn nel 2020, 59 i denunciati.
Ma cosa è il revenge porn?
La locuzione inglese indica materiale pornografico [divulgato] con intento vendicativo. Il fenomeno comporta la diffusione non consensuale di immagini sessualmente esplicite o di natura intima con intento doloso, non sempre di vendetta, allo scopo di umiliare o danneggiare le vittime: nel 90% dei casi si tratta di donne.
In Italia il reato è stato introdotto dal Codice rosso (legge 69 del 19 luglio 2019) sulle violenze domestiche e di genere ed è punito con la reclusione da uno a sei anni, con l’aggravante della relazione affettiva, ovvero pene più severe se a diffondere le immagini intime è il marito, il fidanzato o l’ex partner al termine della relazione.
Il revenge porn è visto da chi lo mette in atto come una legittima vendetta (Hall & Hearn, 2019) per un torto subito, un’infedeltà reale o immaginaria o l’interruzione della relazione. Nella maggioranza dei casi gli autori del revenge porn rispondono a sentimenti di delusione, perdita, vergogna e antagonismo ed usano la tecnologia per esercitare controllo e potere sulle loro vittime; sono soggetti manipolatori, con scarsa moralità, narcisisti ed egocentrici.
L’impatto sulle vittime è devastante. I danni sono di natura psicologica e fisica, a volte economici. Sono stati riscontrati i sintomi tipici del disturbo post-traumatico da stress, ansia e depressione, problemi di autostima e di sfiducia in se stessi e negli altri (Samantha Bates,2016). Forte è il senso di colpa: le vittime sono portate a credere di aver contribuito alla violenza inviando foto o video e temono di essere accusate di disattenzione, ingenuità, superficialità o comportamenti immorali. La situazione più allarmante è quella delle adolescenti. A quell’età, infatti, il proprio io si sta ancora costruendo e la diffusione di immagini così personali, comporta la distruzione di sé stesse. La vergogna è intollerabile ed una vittima di revenge porn su due pensa al suicidio.
Significativi sono i dati di una ricerca del 2019 della Polizia di Stato in collaborazione con skuola.net: il 24% dei giovani, tra gli 13 e i 18 anni, invia abitualmente immagini a sfondo sessuale e tra questi il 15% ha raccontato di aver subito la condivisione di queste immagini senza alcuna autorizzazione. Nei casi di revenge porn tra i ragazzi, vengono a mancare la percezione della gravità di tali comportamenti, la capacità di comprendere le ripercussioni sulla sfera affettiva e psicologica della vittima e la consapevolezza che tutto il materiale pubblicato, restando online, potrà essere ulteriormente diffuso all’infinito.
È importante che i genitori istaurino un buon dialogo costante con i figli, non solo per prevenire i problemi, ma anche per risolverli. Bisogna educare i ragazzi al rispetto della propria identità e della propria intimità ed aiutarli a difendersi dai pericoli del web. È importante, inoltre, quando si presentano difficoltà ed è a rischio il mantenimento dell’autostima e della fiducia in sé ricorrere anche al supporto di esperti, considerando lo psicologo una figura di riferimento.
Come proteggersi
Basterebbe evitare di apparire in foto compromettenti: un’immagine digitalizzata anche se non è pubblicata, è alla mercé di chiunque e le foto possono facilmente cadere nelle mani di malintenzionati tramite azioni di hacking su cellulari, smartphone o computer.
– evitare di farsi fotografare da un partner intimo.
– Installare sui dispositivi app e sistemi di sicurezza che consentono di nascondere i contenuti più riservati e proteggono dalle intrusioni .
– Usare la massima prudenza nell’invio di foto o video di contenuti intimi anche a familiare o amici stretti.
– Se si inviano immagini o file adottare misure di sicurezza che impediscano l’accesso a terzi, come crittografare i dati.
-Non condividere sui dispositivi video registrati tra amici per scherzo, fotografie di famiglia in vacanza o di ex partner. Se qualcuno ha queste immagini, assicurarsi che vengano cancellate.
– Non pubblicare mai informazioni sensibili sui social network, siti di incontri o piattaforme di messaggistica istantanea. In caso qualcuno abbia condiviso le proprie immagini, contattare l’amministratore per richiederne la cancellazione immediata.