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Adolescenti in ansia da rientro

di Cinzia Rosaria Baldi *

A scuola tra confusione e perplessità

Attenzione a tutto campo in questi giorni sul rientro a scuola, a lungo desiderato dagli adolescenti ma alla fine risultato difficile. I ragazzi hanno trascorso troppi mesi chiusi in casa, hanno potuto vedere solo attraverso uno schermo le insegnanti ed i loro compagni ed hanno assorbito il clima di incertezza vissuto in famiglia.
Molti degli stessi genitori, che chiedevano la didattica in presenza, oggi sono preoccupati e ritengono di esporre i propri figli ad un rischio troppo alto, visto che niente è stato fatto per rendere meno affollati gli autobus e sul piano della logistica all’interno delle scuole.
Secondo i dati riportati in un’intervista alla testata on line ‘Fanpage’, il presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze Tecnologiche) il psicoterapeuta Giuseppe Lavenia evidenzia che ” il 38% degli adolescenti ha vissuto con molta ansia il rientro a scuola”, secondo Lavenia dietro l’ ansia del rientro a scuola non c‘è la paura del contagio da Coronavirus, ma quella che viene definita ansia da prestazione. Oggi i ragazzi cominciano ad avere paura di non essere all’altezza delle lezioni e di vivere le amicizie e le relazioni Non si può ignorare il fatto che nei mesi scorsi i ragazzi hanno convertito le loro abitudini giornaliere ed hanno fatto i conti con nuove modalità di studio e di gestione del tempo, inoltre sono stati coinvolti, loro malgrado, dai mass media, social e famiglie in un clamore che riguardava l’importanza della scuola. Quando l’ansia e lo stress diventano eccessivi e non più prestazionali o utili, ovvero, quando situazioni , che prima erano vissute normalmente, non sono più svolte con continuità, i ragazzi possono sviluppare un’ ansia da prestazione e possono preoccuparsi di fallire un’attività prima ancora che abbia inizio, forse pensando che il fallimento comporterà umiliazioni o un rifiuto. Tutto questo porta alla compromissione delle capacità generali della persona, all’evitamento di una situazione o di più situazioni e sofferenza.
Svariati fattori favoriscono il presentarsi dell’ansia prestazionale , infatti, ci sono persone il cui sistema nervoso o endocrino o le cui caratteristiche personali sono più predisposte allo stress, ma intervengono anche fattori legati all’ambiente. Una situazione familiare o sociale carica di tensioni o nervosismo rende il ragazzo più vulnerabile a questo tipo di ansia, così come le esperienze negative già vissute nell’ambito scolastico o nelle relazioni con i compagni di scuola. Inoltre come già evidenziato questo tipo di ansia si determina in presenza di un’ esperienza totalmente nuova, oppure, come nel caso della scuola che sia stata interrotta per molto tempo e non si ha esperienza di come si presenterà rispetto a prima e tanto meno di come si deve ad affrontare.
L’ansia da prestazione, indipendentemente da questo periodo difficile per il Covid, è molto comune tra i bambini: può essere legata allo svolgimento di attività sportive, alle interazioni con i compagni o alle prestazioni scolastiche. Il ruolo dei genitori in questo è fondamentale, infatti hanno il compito far sentire amato il figlio a prescindere dai risultati ottenuti dalle prestazioni, evitando di mostrare delusione, o di creare competizione a lungo termine tra i bambini ( ad esempio in attività agonistiche) e danneggiando in tal modo la loro autostima. I genitori possono ridurre la loro ansia aiutandoli nei preparativi, in questo modo li aiutano a gestire meglio tutte le loro emozioni. Molto validi sono, anche, i cosiddetti discorsi di incoraggiamento.

Come aiutare in conclusione i bambini con l’ansia da prestazione scolastica?

Ho raccolto qui alcuni punti da tenere sempre a mente:
1. Riconosci e accogli l’angoscia di tuo figlio: alcuni genitori rifiutano la sua ansia, dicendo ai figli “smettila di preoccuparti” oppure “fallo e basta!“. Ma non ci si può liberare delle proprie paure così , in questo modo facciamo sentire il bambino sbagliato ed accresciamo ancor più le sue insicurezze.
2. Riconosci l’importanza dell’evento: dire a tuo figlio che un evento per lui significativo non è “niente di che” significa sminuire le sue emozioni. Ricordati che lui sta mettendo impegno in ciò che sta facendo ed è nervoso. Ha bisogno che tu ci sia per lui e comprenda i suoi sforzi , non minimizzare.
3. Incoraggialo durante la preparazione e premia il suo impegno: complimentarsi per l’impegno è fondamentale per la fiducia in se stessi. Troppo spesso ci si focalizza solo sul risultato finale ma ciò è distruttivo: anche se tuo figlio non dovesse raggiungere un particolare risultato, ciò non significa che non si sia impegnato. Incoraggialo sempre ad impegnarsi e lascia stare il risultato.
4. Offri un supporto senza condizioni: i genitori che mettono pressione o criticano il proprio figlio finiscono per aumentare la sua ansia da prestazione. Ricorda di far sapere a tuo figlio che non importa se avrà successo o meno, lo amerai comunque.

Come riconoscere l’ansia

Esistono vari tipi di ansia da prestazione cognitiva, somatica (con alto grado di attivazione fisiologica nel corpo), entrambe ossia cognitiva- somatica.
I sintomi più frequenti di ansia da prestazione sono:
• sensazione di malessere fisico oltre che mentale
• ipersudorazione
• tremori fini, tensione muscolare
• palpitazioni
• bocca asciutta
• voce roca
• difficoltà di concentrazione e memoria
• nausea
• fino a forme più gravi con disturbi d’ansia e d’umore strutturati e compromissione del funzionamento globale della persona.Ci sono alcune strategie che possono aiutare combatterla e superare l’ansia, di sicuro riferimento può essere il pediatra di fiducia, il psicologo ed aprire un dialogo con la scuola.
* psicologa età evolutiva
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