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Qual è il segreto per ritardare gli acciacchi dovuti all’età? Sembra che i nipoti e in generale le attività per le quali ci si prende cura di qualcuno siano fondamentali. Uno studio condotto dall’italiano Bruno Arpino del Dipartimento di Scienze politiche e sociali della Universitat Pomepu Fabra di Barcellona, nell’ambito del progetto di ricerca europeo ‘Crew’, e cofinanziato dalla Join Program Initiative More Years Better Lives, in collaborazione con l’Università Cattolica di Roma e il team di Paolo Maria Rossini, ha evidenziato che in effetti si sentono e sono oggettivamente più sani gli anziani attivi rispetto ai coetanei che lo sono meno. Lo studio sull’invecchiamento attivo, pubblicato sul Journal of Aging and Health, analizza le diseguaglianze in salute tra persone anziane con livello di istruzione differente, utilizzando tre misure diverse (percezione soggettiva dello stato di salute complessivo, depressione, limitazioni fisiche). Il contributo è sostanziale, secondo i ricercatori, se si ci riferisce alla partecipazione al mercato del lavoro e alle attività di volontariato e sociali, mentre è marginale per l’attività di cura dei nipoti. Questo non vuol dire che quest’ultima attività non sia rilevante ai fini dell’active ageing, ma semplicemente che “non contribuisce a spiegare le diseguaglianze socio-economiche in termini di salute”. Insomma, tenersi in attività è sempre un buon consiglio da ascoltare: la strada per l’eterna giovinezza passa attraverso attività motorie commisurate all’età e al proprio stato di salute, ma anche alla capacità di tenere la mente sempre “accesa”, anche tenendo un diario o leggendo un buon libro. Per averne beneficio, può andar bene anche un libro per bambini da leggere ai propri nipoti.

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