Un dolore che insorge lentamente e cresce in maniera subdola rendendo impossibile la vita quotidiana. Questo è il quadro più comune del dolore orofacciale, che coinvolge i mascellari, i muscoli masticatori e l’articolazione della mandibola, fin poi a interessare tutto il viso e la testa. Molto spesso i pazienti lamentano problemi associati come disturbi dell’equilibrio o dolore alla cervicale. In quasi tutti casi il percorso diagnostico è complesso ed il tempo passa mentre il paziente cede al dolore rinunciando alla normale vita quotidiana. A differenza del dolore acuto, che generalmente è ben trattato, il dolore cronico viene spesso trascurato lasciando il paziente in una situazione di sofferenza e provocando ingenti costi sociali. Il paziente, già sofferente e sempre sotto stress, cede all’utilizzo di farmaci analgesici. Questi tuttavia possono mascherare l’origine del dolore e trasportare la persona verso uno stato avanzato più difficile da curare. È stato rilevato da più ricerche infatti che il nostro cervello conserva una “memoria del dolore”: quest’impronta è “indelebile” nel senso che persiste anche quando il danno o l’infiammazione che lo hanno provocato sono cessati. Questo rende conto di ciò che avviene quando il dolore, cronicizzandosi, diventa indipendente dalla propria causa nocicettiva e diviene pertanto una malattia autonoma. Nella Ue il dolore cronico è responsabile di 500 milioni di giorni di assenza per malattia, equivalenti a una perdita annuale complessiva di 34 miliardi di euro per le economie europee. Tuttavia, solo il 2% dei pazienti si reca da uno specialista in dolore cronico, il 33% dei pazienti non riceve invece alcun trattamento (dati della Federazione Europea di medicina del dolore, European Pain Federation Efic). Il dolore orofacciale cronico è un problema sanitario di rilevanza critica nel mondo. Il 7% della popolazione soffre di dolore facciale cronico persistente da più di tre mesi “Dolore orofacciale” è un termine generale per indicare qualsiasi tipo di dolore che colpisce bocca, mandibole e viso. Può essere scatenato da molteplici cause e può manifestarsi con un’ampia sintomatologia. È ben più forte del mal di denti, che quasi tutti prima o poi abbiamo conosciuto, e include condizioni croniche al limite del sopportabile come dolore mandibolare, sindrome della bocca urente, nevralgia del trigemino o cefalea a grappolo. Molto spesso contribuiscono all’esordio della sindrome dolorosa eventi traumatici, stress cronico oppure malattie insidiose su base autoimmunitaria. Insomma condizioni molto particolari che possono trovare terreno fertile quando coesistono alterazioni anatomiche in grado di alterare il sottile equilibrio del nostro corpo. Venire a capo del problema è quasi sempre difficile e richiede molta attenzione da parte del medico. Poiché i sintomi interessano più organi e apparati, la diagnosi deve avvalersi di un approccio multidisciplinare. Nelle diffuse sindromi dolorose legate a disfunzione dell’articolazione mandibolare, ad esempio, coesistono la nevralgia trigeminale, dolore alle arcate dentarie, dolore all’orecchio, spesso vertigini o dolori muscolari estesi alla cervicale. Il paziente cerca di affrontare il dolore andando dallo specialista che reputa più vicino al problema: il risultato è una serie di consulenze specialistiche slegate tra loro, intervallate da interventi sulla postura, sull’occlusione dentaria oppure da terapie farmacologiche solo temporaneamente efficaci. Il paziente giunge spesso sfiduciato e stanco con un enorme bagaglio di analisi e referti. La soluzione che proponiamo più spesso è una rilettura del problema, che effettuiamo in équipe con più specialisti. Questo metodo di lavoro permette di moltiplicare le competenze a disposizione del paziente e di abbreviare il percorso terapeutico. Un percorso che può avvalersi di tantissime risorse. Ai nostri pazienti suggeriamo di recuperare uno stile di vita più sano e di rispettare le giuste ore di sonno. È fondamentale l’apporto del neurologo nell’inquadramento del problema e nella selezione dei farmaci che meglio si adattano alla situazione. Le linee guida infatti impongono un immediato trattamento del sintomo dolore per permettere un successivo inquadramento più preciso del problema. Chirurgo maxillofacciale, otorinolaringoiatra ed odontoiatra sono le figure che sono naturalmente coinvolte nell’esame delle cause del dolore orofacciale. A queste specialità di aggiungono ortopedico, fisiatra, reumatologo e molte altre quando il quadro si complica con la presenza di sintomi più generalizzati e diffusi al resto del corpo. Ogni intervento terapeutico deve essere coordinato tra questi professionisti per ottenere un effetto sinergico di potenziamento ed evitare interferenze che possono risultare poco produttive oppure addirittura nocive. Si tratta comunque di veri e propri percorsi riabilitativi che mirano a ristabilire lo stato di salute. Il più delle volte sono trattamenti prolungati e complessi in cui l’abilità del medico è di supportare con ogni mezzo il paziente. Il consiglio per tutti è di prevenire questi problemi. Bisogna ridurre stress ed ansia dedicando al sonno le otto ore che si devono. Andare a dormire pressappoco alla stessa ora evitando di usare nell’ultima mezz’ora computer e smartphone. Fare attenzione all’impiego di antidolorifici senza prescrizione, soprattutto per periodi prolungati e per problemi ricorrenti, chiedendo al medico un aiuto nella comprensione del problema. Mantenere in salute il proprio corpo, correggendo per tempo i piccoli problemi di postura, di vista, odontoiatrici, prima che possano diventare più difficili (e costosi) da trattare, quando trascurati. Rivolgersi allo specialista medico per le consuete visite di prevenzione, non trascurando di effettuare esami di approfondimento, se prescritti.
Dolore orofacciale sottovalutato
Ridurre lo stress e dormire bene