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La cultura del Mediterraneo, vertice a Palazzo reale. S’estende il fronte del NO al trasloco della Biblioteca: “Parli il sindaco Manfredi”

Il ministro Franceschini sarà di nuovo a Napoli il 16 e 17 giugno per la Conferenza dei ministri della cultura del  Mediterraneo che vedrà riunite oltre 40 delegazioni  del Nord Africa, del Medio Oriente e delle istituzioni europee nella prestigiosa cornice del Palazzo reale (con spettacolo al San Carlo). E chissà che, tra una sessione e l’altra, sollecitato dai giornalisti non torni sulla questione del  discusso trasferimento della Biblioteca Nazionale dalla reggia di piazza del Plebiscito all’ex Albergo dei Poveri di piazza Carlo III (non sono invece previste visite alla Sala Africa della biblioteca, dov’è esposta una parte dei preziosi reperti lasciati da Maria Elena d’Orleans , duchessa d’Aosta innamorata dell’Africa, a conferma dei nostri antichi rapporti  con i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo). Il vertice ha l’obiettivo di elevare a priorità strategica la diplomazia culturale in un’area oggi più che mai cruciale per gli equilibri globali.

Cresce intanto il dissenso sull’ipotesi di trasferire – o, peggio, di trasferire solo in parte, smembrandolo – l’inestimabile patrimonio della Biblioteca nel fatiscente e in parte pericolante megaedificio di piazza Carlo III e ciò allo scopo di rivitalizzare Palazzo Fuga ma soprattutto di liberare le sale attualmente occupate dalla biblioteca per estendere ulteriormente il percorso museale del Palazzo reale per visite guidate, feste e meeting a pagamento. Iniziativa che evidentemente rientra in un piano di più ampia portata (il 20 maggio scorso l’inaugurazione del nuovo museo di Intesa San Paolo nello storica sede dell’ex Banco di Napoli in via Toledo…) del quale la cittadinanza vorrebbe saperne di più.

“Stupisce il silenzio del sindaco Manfredi, che appare come esautorato, di fronte a decisioni calate dall’alto…”, osserva  Antonio Pariante del Comitato di Portosalvo. Dopo le proteste dei dipendenti della Biblioteca,  società civile, “intellettuali” pochi (vedi  www.quotidianonapoli.it  del 30 maggio e dell’8 giugno), della Cisl, s’allarga il fronte del NO al trasloco coatto. I vertici nazionali della Uil chiedono di sospendere ogni attività di programmazione e di aprire un tavolo di confronto. Di progetto scellerato parla su “Il Fatto Quotidiano” il professor Tomaso Montanari,  accademico e saggista,  che inquadra questo piano “nella più ampia strategia di delegittimazione e desertificazione del sistema bibliotecario italiano”. Smembrare la biblioteca significherebbe decretarne la morte, cancellando anche una parte del nostro passato,  secondo lo storico e critico d’arte Marco Tedesco dell’associazione RAM (Rinascita artistica del Mezzogiorno).  Il trasloco  – aggiunge Montanari – sarebbe anche un insulto a Benedetto Croce che favorì il trasferimento dall’ex sede (Museo archeologico) al Palazzo reale con il quale la Biblioteca ormai si identifica  (e ci vollero 7 anni dal 1920 al 1927).

Quando era ancora candidato sindaco, Gaetano Manfredi durante un dibattito su Palazzo Fuga il primo luglio 2021 disse che “una struttura così grande ha enormi problemi di gestione”,  dal punto di vista dei costi e anche della continuità della gestione: “Penso che dobbiamo essere capaci di avere un mix di azioni. Da un lato avere delle istituzioni pubbliche che si possono insediare e che quindi abbiano già una loro dotazione personale e risorse che garantiscano di per sé una parte della sostenibilità economica della gestione dell’Albergo dei Poveri:  ad esempio, c’è stata una proposta valutabile del trasferimento della Biblioteca nazionale, che rappresenta una grande istituzione e che potrebbe in parte essere una delle utilizzazioni dell’Albergo dei Poveri . Dall’altro affiancare una serie di iniziative che guardino più al mondo del privato e al terzo settore”.  Sollecitato, tornò sull’argomento  il 26 aprile scorso dicendo di voler fare  elaborare un masterplan riguardante tutta l’area di piazza Carlo III.

Un paio di mesi fa, quella del trasloco della Biblioteca sembrava ancora una delle tante idee velleitarie lanciate da trent’anni a questa parte. Poi gli annunci di Franceschini. E ora che l’idea sembra concretizzarsi, la città vuole sapere che cosa ne pensa il suo sindaco.