È successo di tutto e di più. Nemmeno ai tempi più floridi della movida si era assistito ad uno spettacolo del genere. Come se il coronavirus, i suoi centomila morti, i sessantamila ancora malati e gli oltre cento morti al giorno fossero un brutto sogno e basta. Per i ragazzi napoletani non è successo nulla.
Basti solo penare che il traffico è rimasto paralizzato fino alle 4 del mattino, che i parcheggiatori abusivi sono tornati, vecchi e nuovi tutti al loro posto, e per rifarsi del perduto hanno rincarato la dose con la protervia di sempre.
Il tutto nel più assoluto dispregio delle norme. De Luca e de Magistris si mettessero d’accordo, così si rischia davvero di far riesplodere un’epidemia che con il sacrificio collettivo i napoletani hanno praticamente quasi ridotto a zero.
Dopo le follie di stanotte bisognerà attendere con ansia altri dieci-dodici giorni per capire se questi giovani di poco belle speranze non abbiano fatto, con la loro irresponsabilità, un bel piacere al virus.
Assembramenti e bivacchi, schiamazzi, risse tra giovani e residenti esasperati a filmare il tutto. I testimoni di questa grande notte di follia che si è celebrata sul Lungomare di Napoli (ma non solo) in occasione del primo sabato post lockdown parla di “una follia collettiva”. Migliaia di persone, prevalentemente giovani e prevalentemente senza mascherina, si sono riversati in strada, a piedi o con le auto, con i marciapiedi utilizzati come corsie preferenziali da auto e moto, nonostante i locali della movida abbiano rispettato il limite della chiusura alle 23.
Gli stessi assembramenti si sono verificati tra via Monteoliveto e piazza del Gesù, nella piazza antistante la vecchia Pretura, e al Vomero tra piazza Fanzago, piazza Vanvitelli e piazza Immacolata. E proprio nel quartiere collinare due vigili si erano avvicinati a un gruppo di ragazzi che non rispettavano le regole del distanziamento e sono stati aggrediti e picchiati.
Ma almeno in queste altre zone della città non c’è stato il problema del traffico paralizzato.