Le ultime esternazioni di Zangrillo e di vari epidemiologi e immunologi, seppur con qualche contrasto, hanno seminato una nuova ondata di ottimismo. Restano sullo sfondo solo le preoccupazioni per le riaperture fra regioni del 3 e si attendono glie esiti, previsti per metà giugno, dei monitoraggi successivi alle malefiche movide di questi fine settimana.
Non dovrebbero esserci problemi, quindi, ad allargare le maglie anche ai turisti stranieri, nella speranza che vengano ad alleviare le ferite del nostro turismo.
Ma c’è anche un altro decisivo comparto in grave sofferenza, che è quello del calcio, per fatturato la terza “industria” del Paese. Ebbene, di fronte a tutta questa serie di aperture si sta cominciando a prendere in considerazione l’ipotesi anche di una riapertura degli stadi.
La questione potrebbe essere affrontata già nei prossimi giorni, magari già nella prossima assemblea di Lega o nel Consiglio Federale dell’8 giugno, come anticipa stamane la Gazzetta dello Sport: “Il protocollo che attualmente regola il periodo delle competizioni dispone ingressi contingentati e riservati solo ed esclusivamente (e sempre nel minor numero possibile) agli addetti ai lavori. Ma in futuro potrà essere aggiornato con norme meno stringenti. Il passo eventualmente successivo sarebbe pensare a chi potrebbe entrare allo stadio: gli abbonati avrebbero la priorità, gli altri fortunati spettatori potrebbero essere “sorteggiati”.
Insomma non è detto che se anche non subito, ma dopo qualche giornata e con la conferma delle condizioni di contagio che scemano, non si possa prevedere una riapertura parziale degli spalti, magari per il finale di campionato e per gli incontri di Champions.