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La stazione che fa acqua da tutte le parti

Metropolitana, Salvator Rosa tra secchi di plastica e “portoghesi”. Una vergogna continua

Il battagliero consigliere comunale Nino Simeone ne ha fatto, giustamente, un caso. Non si è mai visto, da nessuna parte al mondo, che per collaudare treni nuovi da immettere in servizio si blocchi il servizio stesso per due giorni. Alla metropolitana di Napoli si preferisce lavorare invece alla luce del giorno piuttosto che nelle tenebre. Ed anche questo è un mistero, visto che comunque il percorso avviene tutto in galleria, cioè al buio.
Dappertutto queste prove avvengono nei giorni festivi o parafestivi e di notte. Quando gli altri treni non circolano e vi sono sei sette ore in cui si possono fare tutti i collaudi, anche i più complessi e prudenti, come quelli appunto scattati giovedì e venerdì scorso. Una scelta incomprensibile, che ha creato gravi difficoltà agli utenti, soprattutto studenti e lavoratori, nel bel mezzo della settimana. Ora c’è solo da sperare che i collaudi di pieno giorno siano risultati positivi, visto che in precedenti circostanze e alla presenza dei tecnici ministeriali a bordo, i treni stessi, nuovo di zecca, si incendiarono.
Superata questa fase ci si augura che i nuovi convogli possano entrare quanto prima in circolazione, sia per dare decoro ai passeggeri che per offrire un servizio più frequente. Oggi in talune ore del giorno siamo arrivati a 25 minuti di attesa tra un treno e l’altro. Una vergogna.

Come una vergogna assolutamente ingiustificabile è rappresentata dalla stazione più sgarrupata della Metro, quella di Salvator Rosa. Premesso che qui non esistono controlli e ognuno che vuole passa a sbafo (“Dobbiamo lasciare aperto il varco per i disabili”, la stupefacente risposta), l’uscita che dà su via Girolamo Santacroce è comunque chiusa da prima del Covid e nessuno vi pone rimedio. Con grandi disagi per chi abita in zona, costretto a defatiganti risalite. C’è una infiltrazione da condotta fognaria che blocca il percorso e quindi basta chiudere per risolvere. All’interno della stazione, invece, continua a piovere, indipendentemente dai fenomeni piovosi esterni. E così, quasi davanti ai binari, in prossimità delle vecchie Cinquecento color ruggine, sono stati sistemati da tempo un po’ di secchi di plastica per raccogliere l’acqua che cola dal soffitto. Uno spettacolo indegno. È vero che a Salvator Rosa scendono pochi turisti, ma quelli che hanno la ventura di farlo certo non si faranno un buon giudizio sulle capacità amministrative dei responsabili dell’Anm e della città nella sua accezione più vasta. Quanto ai napoletani ormai sono rassegnati, nemmeno se ne accorgono.

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