
A sentire De Luca fino a ieri mattina, tra un “allawin” e un’imbecillità americana, sembrava proprio che la Campania fosse l’isola felice di cui strombazzava quando i guai si erano concentrati solo sulla opulenta Lombardia. Era partito bene, certo, anche con la lungimirante costruzione dell’ospedale modulare a Ponticelli. Ma s’è perso per strada, evidentemente distratto dalla campagna elettorale durante i mesi estivi.
E così quando il Covid s’è fatto largo anche qui da noi ecco che il re è apparso in tutta la sua nudità, e solo in queste ultime ore si sta mettendo qualche vestito. Abbiamo scoperto le falle organizzative della sanità che anche De Luca in cinque anni non è assolutamente riuscito a turare. Né tanto meno a correggere, tra prima e seconda fase. I posti letto in terapia intensiva di Ponticelli restano tali solo sulla carta, gli ospedali scoppiano, i tamponi sono aumentati, ma restano insufficienti, bloccati i ricoveri in tutti gli altri reparti che non siano Covid, e soprattutto un sistema di trasporti che fa acqua da tutte le parti. Il numero dei contagi schizza alle stelle e De Luca che fa? Il suo grande problema è che non filtrino notizie negative. Ha spaventato medici e infermieri, parlano con la stampa solo da mascherati (vedi Piazzapulita). Un bavaglio assurdo. E continua a litigare con i giornalisti della Rai. Non c’è nessuno che riesca a spiegargli che trattasi di servizio pubblico.