Cronaca di un vissuto segnato da una malattia che non dà scampo (sclerosi laterale amiotrofica), lungo l’ultimo stretto percorso tra la vita e la morte, tra l’inesorabile progredire delle limitazioni fisiche e l’accavallarsi dei tempestosi sentimenti – dolore rabbia ideali passioni – di un giovane fieramente deciso a non arrendersi. Ecco i “Dieci racconti di Sla” di Raffaele Tripodi, fisico napoletano scomparso nel 2017 a soli 42 anni (gli scritti poi trovati dal padre, Armando, biologo). “Un uomo colto che studia se stesso, si esamina, dandoci la possibilità di accedere a un mondo dolorosamente distante e che sarebbe rimasto altrimenti inaccessibile.
Un contributo scientifico straordinario”, ha sottolineato il professore Giacomo Tripodi, emerito di Botanica, nel corso della presentazione, sabato scorso, a Santa Maria La Nova . Il professor Giuseppe Reale, presidente dell’associazione Oltre il Chiostro onlus (che da 25 anni affronta i grandi temi della bioetica in confronti tra mondo laico e mondo cattolico), si è soffermato su alcune contraddizioni del “sistema sanitario” nell’ambito del quale il paziente finisce per sentirsi talvolta espropriato, impotente: “La medicina è una possibilità, ma non una soluzione”. Al di là dei grandi temi, teatrali, ha aggiunto Reale, è importante “approfondire i casi della condizione umana”, e Raffaele ce ne ha generosamente offerto una opportunità. Per Carlo Ziviello della casa editrice napoletana “Ad Est dell’Equatore” – che si distingue per la scelta di testi non convenzionali – in questa società che da tempo ha rimosso il tema della morte , forse emerge la necessità di “convivere con la malattia, trovando dentro di noi la forza per sviluppare nuovi equilibri”. L’attore Marco Mario de Notaris ha letto alcuni brani di queste ”cronache” di un vissuto regalato alla scienza e alla coscienza. Nella sala non si sentiva volare una mosca.
lu. ru.