Gli asili chiusi e un appello agli anestesisti in pensione. È così che la Campania cerca di fronteggiare i contagi e la seconda ondata dell’epidemia da Coronavirus. Non c’è tempo da perdere, servono medici anestesisti. “Ho inviato una lettera a Silvestro Scotti dell’Ordine dei medici di Napoli per avere l’elenco degli anestesisti in pensione – dice Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 – . Li chiamerò uno a uno, siamo in guerra e nessuno si può sottrarre. Li chiamerò io personalmente e gli chiederò se possono tornare in servizio, servono tutti”. La carenza di anestesisti, necessari per gestire le terapie intensive, è la criticità più forte in questo momento, ma non solo a livello locale. L’allarme sulla carenza di personale specializzato, infatti, è scattato da giorni in tutta Italia. Dal canto suo il governatore Vincenzo De Luca parla di “fortissimi ritardi delle decisioni del governo fatte con la logica del mezzo mezzo che scontenta tutti e non risolve problemi”. “C’è una sottovalutazione grave della pesantezza dell’epidemia oggi e – dice De Luca nel corso della consueta diretta del venerdì su Facebook – quindi tempi di decisione incompatibili con la gravità dell’epidemia, si sta perdendo tempo prezioso. Nessuno si permetta di immaginare misure mezze mezze, per il livello di gravità del contagio le uniche misure non solo serie ma efficaci sono misure di carattere nazionale”.
E poi il presidente della Regione Campania torna a parlare del lockdown: “Serrata a Napoli? Ci sono regioni nelle quali le percentuali sono enormemente superiori di Napoli – spiega De Luca – . Nessuno dica stupidaggini, le uniche misure sono di carattere nazionale, il resto sono cose intollerabili”. Intanto da lunedì fino al 14 novembre stop anche alle scuole dell’infanzia, ovvero materne e nidi. Lo prevede l’ordinanza numero 86 firmata da De Luca che contiene ulteriori misure di contenimento per il contagio da Covid-19.