In attesa dell’intitolazione di un luogo pubblico ad Aldo Giuffrè si dava per scontato che gli sarebbe stata dedicata una strada del centro storico – dove nacque e visse assorbendo gli umori che hanno arricchito la sua caratura d’artista – invece, a sorpresa, gli è stata intitolata una scalinata del Vomero: i gradini fra via Michetti e via Mancini. Insomma, sarà in compagnia di due pittori… In quest’area del quartiere collinare infatti le strade sono per lo più intitolate a pittori (Palizzi, Toma, Luca Giordano, Solimena, Stanzione, De Mura) scultori (Morghen, Bernini, Merliani) architetti (Fuga, Alvino) musicisti (Cimarosa, Scarlatti, Puccini, Donizetti)… E a pochi passi c’è la casa dove è vissuto Roberto Murolo.
Omaggio dunque a un caposaldo del teatro partenopeo ma non solo. Aldo Giuffrè non fu soltanto un poliedrico attore bensì anche doppiatore, annunciatore radiofonico, conduttore televisivo, regista, scrittore (quattro romanzi) e dunque merita di essere ricordato tra coloro che hanno rappresentato l’identità culturale e civile della nostra città: la proposta avanzata un paio di anni fa dal consigliere della II Municipalità Pino De Stasio con la collega Bianca Verde Damm (e che fu approvata all’unanimità dal Consiglio) è stata fatta propria dal sindaco De Magistris e dall’assessore Alessandra Clemente, la quale, qualche giorno fa, ha annunciato questa ed altre novità toponomastiche. Ma…
Aldo Giuffrè (1924-2010) e il fratello Carlo (altro attore notevole, scomparso nel 2018) nacquero e vissero a lungo in via Del Sole, a ridosso del vecchio policlinico e a due passi dal Conservatorio e da piazza San Domenico Maggiore. “Perciò si credeva che gli sarebbe stata dedicata una zona all’interno della perimetrazione ideale dell’Unesco”, commenta Pino De Stasio: “L’Unesco non protegge solo i monumenti ma tutto il patrimonio materiale e immateriale, e loro sono un patrimonio della cultura. Un patrimonio popolare. Il Vomero non c’entra”.
Il padre dei Giuffré, violoncellista, morì giovane: Carlo, 8 anni, fu messo in collegio, e Aldo a 12 anni cominciò a lavorare. Debuttò nel 1947 con la compagnia di Eduardo che fu il suo primo grande maestro, poi lavorò con Strehler e Baseggio. Era entrato in radio a Napoli come annunciatore; poi alla Rai di Roma (il 25 aprile 1945 annunciò dai microfoni di via Asiago la fine della guerra). L’approdo al cinema con Anna Magnani. E poi film con De Sica, Sergio Leone, Massimo Costa, Nanni Loy. E ancora in scena (per una decina di anni col fratello Carlo): teatro dialettale e grandi classici. Dal 1960 lavorò in varie commedie e sceneggiati tv, nel ’73 condusse il varietà “Senza rete”. Nel 1979 un’operazione ad una delle corde vocali lo privò della sua voce pastosa.
L’iniziativa per tutelarne la memoria era stata sollecitata a Pino De Stasio, presidente della commissione cultura della II Municipalità, da varie associazioni e dalla compagna Elena, che gli è rimasta accanto fino all’ultimo giorno.