La storiaccia tra JJ e Acerbi ha insegnato due cose: Juan Jesus è una persona eccezionale, di rara intelligenza e umanità. Ha scelto di denunciare senza vittimismo dicendo all’arbitro senza piagnucolii “questo non va bene”, al tentativo di Acerbi di sminuire nell’immediato l’accaduto con le faccine della serie “dai, ho fatto una cagata ma sono cose che succedono” ha risposto con atteggiamento respingente e severo ma senza reazioni scomposte. Al momento della possibile resa dei conti con la stampa ha tentato di salvare l’avversario circoscrivendo la cosa a faccende di campo, non perché lo fossero, ma perché smerdando il colpevole in favore di telecamera, sapeva che avrebbe causato un danno terribile ancorché meritato al responsabile del comportamento nefando, lasciando a lui il pallino e la possibilità di assumersi le sue responsabilità facendo atto di vergogna e di contrizione che avrebbero reso il tutto brutto ma non irreversibile. Quando (mal suggerito dal suo agente e non supportato dalla sua società) il ragazzo ha fatto l’unica cosa che non doveva fare, cioè negare una cosa che potrebbe essere verificata con le telecamere ma che con il solo atteggiamento colpevole già puzza molto di verità nauseabonda, Juan Jesus è stato costretto a rimettere la palla in campo con una eleganza ancora una volta inusuale e impeccabile per quell’ambiente disgustoso e mal guidato che è il calcio italiano: ha detto “le cose sono andate così e non ho altro da aggiungere”, il che vale a dire: “se volete speculare procedete pure, ma fatelo senza di me”.
Cos’altro dire di quest’uomo?
Per lui solo applausi.
La seconda riguarda Acerbi. Quanto a lui mi sembra che tutto stia diventando mostruoso e tendenzialmente ho una involontaria compenetrazione nella disgrazia di chi riesce a usare malissimo il proprio cervello facendo cazzate come questa. Ora è ad un bivio: può salvarsi o distruggere una carriera più che dignitosa in un momento peraltro di grande spolvero della sua squadra.
Può salvarsi facendo un comunicato con la propria faccia nel quale dice che ha fatto una cagata senza precedenti, che non c’è nulla che possa fare per riparare se non accettare la squalifica che gli verrà data e che farà qualcosa di concreto nella lotta al razzismo giurando di non pensare mai più nella vita di farsi sfiorare dall’idea che dare del “negro” ad un avversario sia “un insulto come un altro”. L’alternativa è mandare a puttane tutta la sua carriera e parte della sua vita continuando a negare e campando con azzeccato addosso questo sospetto di essere una merda razzista. Credo che la prima soluzione gli convenga tantissimo rispetto alla seconda.
Dieci giornate di squalifica potrebbero salvargli la vita. Speriamo scelga bene, speriamo soprattutto scelga con la sua testa, speriamo capisca che chi gli sta intorno pensa al proprio business e non alla sua vita.
Daje Francé, falla giusta