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La strega del Vesuvio

Napoli e il Vesuvio, emblema di potenza distruttrice e di infinita bellezza, ma anche scenario di tante leggende. Tra queste quella della “Strega del Vesuvio”, risalente al 1858, e tramandata solo oralmente, che inizia con un’irruenta eruzione del vulcano. Il fenomeno della natura fu talmente forte che con la sua lava riempì il “Fosso Grande”, ovvero un vasto burrone, la cui percorribilità fu resa possibile solo al seguito dell’eruzione. La storia narra che un giorno, durante una notte del mese di novembre, un urlo straziante e disumano svegliò gli abitanti della zona. E da quel giorno, ogni volta che calava la notte, per gli abitanti del luogo risultava impossibile dormire tranquilli perché disturbati continuamente dalle urla forti e incessanti. Le grida sembravano essere emesse da qualcuno in preda a una forte sofferenza fisica. Così dopo tante e lunghe noti insonni, all’alba di un nuovo giorno, alcuni contadini presero coraggio e decisero di andare a perlustrare la zona armati di roncole e fucili, sperando di venire finalmente a capo dell’annoso problema. Dopo aver perlustrato il terreno minuziosamente, non trovarono però nulla che spiegasse quanto stava accadendo. Il tentativo si rivelò pertanto inutile, e gli uomini si ritirarono nelle loro abitazioni frustrati e al contempo preoccupati e impauriti. Decisero quindi che forse l’unica soluzione possibile fosse quella di rivolgersi alla fattucchiera che viveva alle pendici del Vesuvio, chiamata “la vecchia ‘e Mattavona”. L’anziana signora scelse di aiutare le persone del luogo e per venire a capo del problema chiese di farsi accompagnare nel punto esatto da dove parevano provenire i sinistri lamenti. Una volta sul luogo, pronunciò delle formule magiche, che seppur incomprensibili ai presenti, ebbero il loro tanto sperato effetto. Dopo il sopralluogo della vecchia fattucchiera cessarono infatti le urla notturne e la popolazione vesuviana ritornò felicemente a dormire indisturbata e serena. Alla famosa fattucchiera si ispirò anche il disegnatore americano Carl Barks che nel 1961 diede vita la personaggio di Amelia, “la strega che ammalia”, celebre nelle avventure di Zio Paperone, una papera napoletana che vive alle pendici del Vesuvio in compagnia del corvo Gennarino. Da qualche tempo è possibile per i turisti più curiosi visitare la dimora di Amelia, che si trova sul sentiero della Riserva Tirone, quello che collega la strada provinciale del Vesuvio con la strada Matrone di Trecase. Qui è possibile ammirare alcune sagome tridimensionali, la scopa della strega, il corvo Gennarino e anche il pentolone degli incantesimi.

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