La storia. Dalla Ferrovia Cumana alla Linea 1: l’evoluzione del trasporto su ferro cittadino
Non tutti sanno che la prima metropolitana d’Italia è stata quellla di Napoli. Proprio così. Se oggi la metropolitana di Napoli è famosa in tutto il mondo in quanto considerata la più bella (non di certo la più efficiente), una volta era un vero e proprio vanto per l’Italia per l’efficienza e la puntualità. Si trattava della prima metropolitana italiana, uno dei tanti primati della città di Napoli non riconducibili al Regno delle Due Sicilie e meno conosciuti. Nel 1883 nasceva a Roma la “Società per le Ferrovie Napoletane” costituita da imprenditori belgi, con sede in Bruxelles, che già avevano in gestione le “Ferrovie Nord Milano”. A questa società venne affidato il compito di gestire e costruire la “Ferrovia Cumana” che doveva essere una ferrovia dai costi di trasporto economici che da Napoli arrivasse a Torregaveta passando per i Comuni di Pozzuoli e di Cuma, in pratica un collegamento rapido con tutto il litorale flegreo. La prima tratta nasce nel luglio del 1889 ed è la Montesanto– La Pietra che poi l’anno dopo arriverà a Pozzuoli ed in seguito anche a Cuma. Il progettista dell’opera fu l’ingegnere Giulio Cesare Melisurgo, nobile napoletano di grande ingegno. Sin dall’inizio, la ferrovia Cumana ha rappresentato non solo un mezzo di trasporto per la cittadinanza ma anche per il turismo balneare. Nel 1925 ci fu l’entrata in funzione, sempre a Napoli, del primo passante ferroviario di penetrazione urbana sotterraneo, parte della Direttissima Roma-Napoli, all’epoca noto come Metropolitana FS (e in seguito definita Linea 2) sul quale fu istituito il primo esempio di servizio metropolitano italiano. Per vedere un’altra inaugurazione a Napoli, però, bisogna andare avanti con gli anni fino al 1993, anno in cui fu inaugurato il primo tratto della “metropolitana collinare” (Linea 1), che dalla periferia settentrionale scende verso il centro storico dopo aver attraversato i quartieri dell’Arenella e del Vomero. Questa linea, la cui costruzione ebbe inizio negli anni Settanta, sin dagli anni Novanta è connessa alle funicolari cittadine; dal 2013 con l’entrata in funzione della stazione Garibaldi ha ottenuto un fondamentale nodo di interscambio con la linea 2, con la rete della Circumvesuviana e con la stazione di Napoli Centrale. È in costruzione il prolungamento verso l’aeroporto di Capodichino. La linea ha in esercizio 17 stazioni di cui 14 sotterranee e 3 su viadotto; altre 4 stazioni sotterranee sono in corso di costruzione. Dal 2005 la linea collinare è interconnessa con la Napoli-Giugliano-Aversa, una linea metropolitana regionale gestita da EAV che collega il capoluogo campano ad Aversa in provincia di Caserta. La linea si sviluppa totalmente in sotterraneo e continua in viadotto fino a Santa Maria Capua Vetere. Nel 2007 è stato inaugurato il primo tratto della linea 6, un progetto partito alla fine degli anni Ottanta che in origine prevedeva la costruzione di una “Linea Tranviaria Rapida”, riconvertita poi in metropolitana leggera. Sono in costruzione quattro stazioni in direzione “Municipio”, dove la linea 6 si integrerà con la linea 1, mentre è in progetto l’estensione ad ovest verso Bagnoli con ulteriori 4 stazioni. La linea è e sarà totalmente sotterranea. Il tratto della stessa linea, tra Mergellina e Municipio, è in avanzato stato di realizzazione e sarà completato entro il 2019. Inoltre è in progettazione la tratta tra Mostra e il quartiere di Bagnoli. È in realizzazione l’estensione della linea 1 da Garibaldi all’aeroporto di Capodichino, il cui completamento è previsto nel 2020. In seguito verrà costruita la tratta tra Capodichino e Piscinola in modo tale da completare l’anello ferroviario. Per il 2019, infine è prevista l’apertura della fermata Duomo, stazione intermedia tra Università e Garibaldi. Un capitolo a parte meritano le stazioni dell’arte. Le stazioni dell’arte sono un complesso artistico-funzionale, composto da fermate della metropolitana di Napoli, in cui è stata prestata particolare attenzione a rendere gli ambienti belli, confortevoli ed efficienti. La finalità principale è di combinare la fruizione del trasporto pubblico con l’esposizione degli utenti all’arte contemporanea, allo scopo di favorirne la conoscenza e diffusione. La finalità secondaria è di riqualificare vaste aree del tessuto urbano e fungere da elemento motore per la realizzazione di nuove costruzioni che assumano il ruolo di luoghi focali della città di Napoli. Le stazioni, distribuite lungo la linea 1 e 6 della rete, accolgono circa duecento opere d’arte realizzate da più di novanta autori di fama internazionale e da alcuni giovani architetti locali. Tale complesso urbanistico, tuttora in fase di espansione attraverso la costruzione di nuove stazioni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale. In particolare, il 30 novembre 2012, la stazione Toledo è stata premiata come la più impressionante d’Europa dal quotidiano The Daily Telegraph, mentre quella di Materdei è risultata al 13º posto. Il 4 febbraio 2014 la CNN ha eletto la stazione Toledo come la più bella d’Europa.
Il direttore: Alessandro Migliaccio
Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta “terra dei fuochi” e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall’Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L’Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un’aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l’accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito.
Dal 2019 è il direttore di Quotidianonapoli.it