Ogni volta che prendo la metro osservo le persone. A Mosca, ad esempio, anche sotto terra nelle stazioni più profonde c’è il wi-fi. A Napoli non c’è. E penso che questo sia più un bene che un male. Almeno nella metro possiamo guardarci negli occhi (soprattutto negli orari di punta, schiacciati l’uno contro altro o rivolgendo parole poco cortesi al nervoso di turno). Ma, almeno, non abbiamo le teste abbassate sui cellulari. Se osservate bene, appena il treno della metro passa sui binari all’aria aperta, tutti, a comando, prendono gli smartphone in mano. Il padre novantenne di un mio amico ha avuto in regalo un Ipad e ora passa le sue giornate all’ottavo piano di uno stabile senza ascensore, parlando con Siri. Lui le dice: “Ciao bella, dammi il numero del dottore che devo rifare la visita oculistica”. E Siri risponde: “Il numero del dott. Coppola è…” Allora il vecchietto avvicina il viso allo schermo e giocosamente sospira: “Ma come sei bella”. La risposta di Siri è pronta: “Al mio paese si dice: non è bello cioè che è bello, ma è bello cioè che piace”. Lui non si arrende: “Ma comunque sei bella lo stesso”. E Siri non ha pietà: “Ora basta, torniamo al nostro lavoro”. Ricordate il film Lei? Scritto e diretto da Spike Jonze? Dove il protagonista incontra il suo nuovo OS Samantha, una voce femminile intelligente, empatica e con una sua personalità in evoluzione e … si innamora. Eppure, grazie a Internet e ai social, la parola “addio” ha perso il suo sapore amaro. Non si può più partire per sempre, l’amico d’infanzia può essere ritrovato facilmente, al primo amore dei tempi della scuola puoi inviare un messaggio, sebbene viva magari a 10.000 km di distanza. La natura dei rapporti umani nell’era della tecnologia è cambiata, e non poco. Il non pubblicare la foto o il non taggare un amico equivale al dire che non sei mai stato in quel posto con quella persona. Non possiamo più
mangiare o parlare con qualcuno senza farci un selfie o immortalare le pietanze nel piatto. Prima si fotografa, poi si mangia. Oggi per fare un complimento ad una persona basta dire: “Ti sto seguendo su Facebook”. Avete visto la cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici invernali a Pyeongchang? Pochi atleti mentre sfilavano guardavano il pubblico, quasi tutti avevano i cellulari in mano e tra un selfie e una diretta su Istagram attraversavano lo stadio. L’ego della persona moderna sta crescendo sempre più, allontanando il piacere di una chiacchierata al bar. È qui che Napoli si salva, ancora una volta, perpetrando la tradizione del prendere un caffè o un aperitivo, di portare la pizza ad una vicina di casa, di unirsi insieme per vedere la partita. Prendiamo l’esempio dal simpatico vecchietto di prima, è la dolce malinconia di un uomo che cerca il calore umano in un pezzo di metallo. I migliori amici non si ricaricano attaccati alle prese della corrente, vivono con la luce del sorriso.
Napoli riscopre il calore umano tra caffè e aperitivi
Nell'epoca in cui siamo tutti iper connessi