Nel saggio, opera postuma del campione, tutte le ragioni che condussero alla riuscita dell’attentato
Nonostante tutto l’editoria napoletana è viva! Lo attesta un eccellente volume appena editato da Colonnese e si tratta di una pubblicazione postuma del compianto campione olimpico e recordman Pietro Mennea. L’opera rappresenta, crediamo, una straordinaria intuizione dell’Editore capace di cogliere la rilevanza della straordinaria persona che fu Mennea.
Poco amato dalle gerarchie sportive nazionali, poiché troppo schietto e poco incline al compromesso, Mennea è stato anche un notevole saggista e un politico di raro spessore.
D’altronde, pur avendo perduto (ma dopo quasi vent’anni) il record mondiale dei 200 m. piani, conquistato a Città del Messico nel 1979, resta insuperato, sul piano delle qualità intellettuali, da quanti lo hanno succeduto sportivamente. Il nostro Mennea aveva ben cinque lauree e nessun recordman potrà mai vantare accanto a quello sportivo altrettanti titoli culturali. Il saggio in oggetto è centrato sulla tragica olimpiade di Monaco ‘72, e narra – innanzitutto – il personale rammarico di aver dovuto associare la sua prima medaglia olimpica alla tragedia che colpì altri atleti. Ma nel descrivere la vicenda Mennea non omette critiche severe ad un sistema sportivo che ne esce assai dimensionato proprio per le qualità etiche che ostentava. L’Autore ci offre così il quadro di una situazione in cui gli interessi privati e le ragioni politiche internazionali fecero da substrato alla riuscita di una tragedia annunciata.
Emergono, in questo suo ritratto epocale, tutte le ragioni che condussero alla riuscita dell’attentato, a partire dalla scelta dell’ubicazione olimpica dettata più dalla volontà di personaggi influenti dell’industria che da un parere oggettivo dei comitati. Emergono pure le maglie larghe di un sistema tutto centrato sull’ostentazione di efficienza, ma assai trascurato sul piano della sicurezza. Si evincono le priorità dei protagonisti della guerra fredda che erano quelle di accaparrarsi medaglie macinando etica e vite umane. Il mortifero cocktail di cinismo, costituito da politica e business, consentì infine persino di considerare secondaria allo spettacolo l’uccisione dei nove atleti israeliani.
Dopo l’attentato infatti la manifestazione, che per sua natura dovrebbe essere di pace, proseguì come se la vicenda fosse stata un fatto accidentale.
Poco prima di lasciarci Mennea ha chiesto invano al Comitato Olimpico che nel 2012, anno in cui ricorreva il quarantennale della tragedia di Monaco, fosse onorata la memoria degli atleti con un momento commemorativo in seno all’olimpiade. L’ intervento è stato invece disatteso per quei medesimi motivi di natura politica che favorirono l’attentato.
Di Pietro Paolo Mennea, Monaco 1972 una tragedia che poteva essere evitata, Colonnese Editore Euro 20,00.