Massimo Troisi: il 4 giugno 1994 ci lasciava precocemente l’indimenticabile artista
Cantore di una risata che attraversa l’anima, attore, comico, sceneggiatore, talento inafferabile e forse ineguagliabile.
Pigro e indolente a volte, eppure curioso e geniale come solo pochi sanno e possono esserlo.
Massimo Trosi ci lasciava il 4 giugno 1994.
Lo ricordiamo con alcune delle frasi più belle:
“Non le ho detto niente, la guardavo… e m’innamoravo”.
“Il titolo del film è molto importante perché molte volte è quello che fa andare al cinema la gente. Se non si riesce a trovarlo tocca poi fare un bel film, che è molto più lungo e faticoso”.
“L’amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perché mentre si ama non lo si capisce…”
“La mia donna ideale è la donna di un altro. No, pecché io so’ pigro, sono uno che non mi va di uscire, allora se ci ho una donna che non può uscire, ci ha il marito geloso, se sta a’ casa, nun po’ ghi’ a cena, nun po’ ghi’ al teatro, non può… quindi più che la donna ideale ci ho il marito ideale della donna ideale! Uno geloso”.
“Si perdono tante cose nella nostra vita. Se perdi per negligenza un orologio di famiglia, un oggetto caro, stai male. Ma perdere un amore significa che l’altra ha scelto di essere persa. E quindi perdi la fiducia in te stesso. Lei può fare a meno di me, pensi. E io no”.
“La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli, quella dei ricchi dai loro genitori”.
“Non bisogna uccidersi per amore, poi passa, basta aspettare… Allora io non mi uccido per amore, mi uccido per l’impazienza”.
“Penso, sogno in napoletano, quando parlo italiano mi sembra di essere falso”.